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Il Cinema al servizio del padrone

Un maggiordomo alla Casa bIanca (The Butler - 2013)


  • genere: Drammatico/Storico
  • regia: Lee Daniels
  • interpreti: Forest Whitaker, David, Banner, Michael Rainey Jr., Mariah Carey
  • produzione: Follow Through Production

GIUDIZIO: Da vedere con sensori e spirito critico in ascolto

In due parole

Capolavoro di propaganda trasversale di cui la prima vittima potrebbe essere proprio il regista e poi il resto del cast. Oscena l'immagine dell'America mondata da tutti i peccati che ne esce fuori per vie subliminali.

Recensione

Chiariamo subito una cosa: dal punto di vista cinematografico, tecnico/recitativo/narrativo, "The Butler" è un bel film?

Si, è un bellissimo film che riesce a coinvolgere e che per una buona ora riesce pure ad essere convincente nel suo apparente sguardo distaccato e quindi obiettivo sulle contraddizioni della storia americana e sui paradossi del paese della libertà e del razzismo. Gli attori "sentono" la parte e conferiscono realismo al tutto; Forest Whitaker è in stato di grazia e regge sulle sue spalle tutto l'impianto narrativo con una bravura a dir poco imbarazzante. Il regista Daniels (anch'egli afroamericano) controlla la scena con eleganza ed evita molte delle trappole in agguato negli stereotipi del dramma che rischierebbero di banalizzare tutto l'impianto narrativo. Non cede alla lacrima facile o alla battuta ad effetto e fa di tutto per convincere il pubblico che il suo è uno sguardo dall'alto, senza troppi giudizi morali.

La cronaca è questa sembra dire Daniels, allo spettatore il compito di farsi una sua idea.

In realtà non è per nulla così e lo si comprende pienamente nel finale dove arriva la bastardata infame (ma congegnata con grande furbizia) che rivela improvvisamente la natura del pensiero di questo regista (Consapevole o inconsapevole? Non ci è dato saperlo) che incarna in tutto e per tutto il personaggio principale del film; la figura cioè di un servitore non soltanto remissivo ma anche grato.

Qualcuno ha detto che gli americani prima che i territori, a suon di bombe e mezzi da sbarco, hanno conquistato i cervelli della gente con la propaganda e questo film dimostra quanto il popolo afroamericano sia caduto nella trappola partecipando attivamente alla realizazione di un prodotto che dovrebbe essere dalla loro parte  (dalla parte della verità e della storia cioè) ma che finisce per concretizzarsi in un mega spot di quell'America virtuale, buonista e libera; inesistente ma inventata in migliaia di film, cartoni e fumetti usciti negli ultimi 70 anni.

Una storia vera quella del maggiordomo Cecil Gaines che ha servito per trent'anni alla casa bianca; una parabola che ha visto passare diversi presidenti e che ha attraversato un'intera epoca dominata da rivolte, episodi di razzismo, omicidi e contraddizioni di ogni genere appartenenti al dominante uomo bianco. Lui che fin da ragazzo fu istruito ad essere un "negro di casa", uno schiavo privilegiato rispetto ad altri e che impara a sopravvivere nel difficile mondo dei bianchi in modo intelligente ma remissivo, pensando soltanto al benessere della sua famiglia.

Una storia che nella sua semplicità e nella sua realtà poteva rappresentare un messaggio potente,  un flm importante, sinceramente dalla parte delle minoranze e della verità storica; un film scomodo, un film che imponesse serie riflessioni specialmente in questi anni difficili. Ma il diavolo è astuto e la via dell'inferno è lastricata di buone intenzioni, direbbe qualcuno. Ciò che emerge infatti in modo davvero imbarazzante a chi guardi la pellicola mantenendo intatto lo spirito critico, è che il regista e gli stessi attori, probabilmente e sinceramente coinvolti nella realizzazione di un prodotto in cui evidentemente credono, si trasformano in burattini, trasmutano tutti nella figura del "negro di casa" volti a perorare la causa del padrone.

L'apice del film infatti, la rivelazione del suo intento propagandistico a favore del sistema mascherato da critica sociale, è l'immagine che il maggiordomo ha alla fine della sua carriera, quando ormai in pensione, dopo una vita in cui ha osservato e sofferto i paradossi di intere generazioni, vede arrivare alla Casa Bianca un presidente di Colore, il finto "negro" (in tutti i sensi) Obama che qui si innalza a simbolo dell'America paese della libertà in cui chiunque può diventare presidente. Ecco che con un trucco da prestigiatore il film rivela tutta la sua natura trasversale sapientemente costruita fino a quel momento e che sferra il colpo basso nel fornire l'immagine di un'America improvvisamente mondata da tutti i peccati.

Non c'è bisogno di una "giornata della memoria" come è stato fatto per gli ebrei in un paese che dovrebbe averne parecchie a partire dal genocidio dei Nativi Americani; non ci sono vergogne o panni sporchi: La schiavitù è stato un effetto collaterale, siamo un grande paese libero e ve lo dimostriamo mostrandovi un discendente di quegli schiavi andare al potere. Questo semplice fatto, mostrato con discrezione e senza inutili sentimentalismi nel film (qui la furbizia è sublime e ferocemente efficace) basta a cancellare tutto.

E' talmente rivoltante il tentativo finale di dare una "mano di bianco" a tutto ciò di cui l'america dovrebbe vergognarsi da lasciare allibiti. Il fatto che sia lo stesso popolo di colore a farsi carico di questa operazione, consapevole o no, lascia ancora più attoniti. E' difficile pensare che nel 2013 quella stessa gente non abbia il minimo dubbio in merito alle molte pagine oscure di Obama che riguardano la sua stessa origine oltre che il clamoroso voltafaccia rispetto a ogni singola promessa fatta in campagna elettorale da far passare un messaggio simile; ma sopratutto è imbarazzante pensare che non si siano resi minimamente conto di aver costruito l'assoluzione perfetta per quel sistema che mostrano nella sua realtà e senza falsi moralismi durante lo svolgimento del film. E' come se un incantesimo avesse colpito l'intero cast prima ancora di colpire il pubblico. Un'azione di propaganda magistrale proprio perchè i primi a crederci sono loro.

Consigliamo certamente la visione di questo film, sia perchè si tratta di un bel film, sia per comprendere i sottili meccanismi della propaganda in azione. Non fate però l'errore del cast: non commettete l'imprudenza di iniziare a crederci soltanto perchè ciò che mostra la pellicola fa parte della storia realmente accaduta. Non fatevi conquistare il cervello.

non c'è fine al peggio

Ritratto di Calvero

Ammetto che quando vidi il trailer, lo trovai nauseabondo ... e da subito mi puzzò di tanta ipocrisia che non misi molto a rimuoverlo dall'idea di andare avederlo. Ma non pensavo minimamente a che si arrivasse a cotanta e subdola propaganda.

Una curiosità, quando parli di Obama - "finto negro" in tutti i sensi - a cosa ti riferisci?

Al fatto che oltre a tradire

Ritratto di Il Proiezionista

Al fatto che oltre a tradire ogni ideale, parola, impegno e valore anche razziale espresso in campagna elettorale, esistono seri dubbi sulle sue stesse origini e sul fatto che sia effettivamente un afroamericano. In rete si trova molto materiale a riguardo, dai gradi di parentela con le famiglie presidenziali di bianchi che lo hanno preceduto fino al fatto che anche somaticamente sembra più un bianco travestito. Credo che prima o poi la vicenda di Obama passerà alla storia come il più grande evento di illusionismo dai tempi di David Copperfield. Già adesso molti analisti hanno evidenziato gli incredibili "trucchi" utilizzati nella più costosa campagna elettorale della storia.

Un paio di cose che non ho capito:

Ritratto di Pike Bishop

Prima di tutto vorrei far notare che 

 Forest Whitaker è in stato di grazia e regge sulle sue spalle tutto l'impianto narrativo con una bravura a dir poco imbarazzante

Whitaker e' SEMPRE in stato di grazia: egli e' il Buddha degli attori di Hollywood, il migliore degli americani e, va da se, di gran lunga il migliore degli attori negri.

Ma quel che vorrei chiedere e' invece tratto da questa affermazione:

Il fatto che sia lo stesso popolo di colore a farsi carico di questa operazione, consapevole o no, lascia ancora più attoniti. E' difficile pensare che nel 2013 quella stessa gente non abbia il minimo dubbio in merito alle molte pagine oscure di Obama che riguardano la sua stessa origine oltre che il clamoroso voltafaccia rispetto a ogni singola promessa fatta in campagna elettorale da far passare un messaggio simile; ma sopratutto è imbarazzante pensare che non si siano resi minimamente conto di aver costruito l'assoluzione perfetta per quel sistema che mostrano nella sua realtà e senza falsi moralismi durante lo svolgimento del film. E' come se un incantesimo avesse colpito l'intero cast prima ancora di colpire il pubblico. Un'azione di propaganda magistrale proprio perchè i primi a crederci sono loro.

Chi sarebbero i soggetti di queste frasi?  

Gli attori?  Se sono gli attori non serve molto dire che gli attori sono puttane (quelli di Hollywood decisamente, altri magari un po' meno) che impersonerebbero pure il Demonio facendolo sembrare simpatico, pur di avere una parte, se questo e' quello che vuole il regista (e lo sceneggiatore, ed, in ultimo, la produzione).  Se serve credono in tutto e nel contrario di tutto, e' il loro lavoro.  Magari, personalmente, fuori dal set sono diversi (anzi, lo sono sicuramente) ma quando sono sul set credono ciecamente al loro personaggio, e' il loro lavoro. Vedere, come al solito, cosa dice quello suicidatosi con una balestra in una 600, a proposito della propaganda di Hollywood.

Il popolo di colore?  Il popolo "di colore" (spero che significhi i negri, al netto della disgustosa deriva fascista bianca americana che spinge tutti ad adeguarsi al linguaggio imposto dalla propaganda della correttezza politica orwelliana, questa si preoccupante) crede a qualsiasi cosa ed a niente ESATTAMENTE come il "popolo" ItaGliano: quandanche la maggioranza avesse pensieri e pulsioni sovversive al nazismo imperante, che li fotte senza neanche pensare piu' alla loro riproduzione o mantenimento, non potrebbero essere percepite in nessuna maniera sui media.  Coli', come da voi, il Potere ha chiuso tutti gli spiragli per manifestare il proprio pensiero, e quel che si puo' vedere, nei grandi numeri, e' il pensiero unico della Propaganda.  Nemmeno per un minuto ho pensato che Winston credesse che 2+2 e' uguale a 5, ma non fa nessunissima differenza per nessuno, se stesso incluso, che alla fine del libro poteva anche non crederci perche' la sua individualita' era stata distrutta.

Non so se hai notato, ma qui siamo gli UNICI ad affrontare discorsi di questo genere, pure su altri siti a noi vicini e' calato il sipario: se non ti adegui sei malato, maleducato e ignorante.  Questa e' la cosa importante.  Tutte queste grandi operazioni di propaganda Hollywoodiana, invece, sono funzionali al consolidamento di alcuni miti che sono gia' il passato.  Prossima, al presente, la presidenta donna lesbica, per la gioia delle dykes ti tutto il mondo, che Dio le polverizzi in un tornado.

 

 

esaustivi

Ritratto di Calvero

Gracias della risposta :)

Perfetto, avevo immaginato bene. Solo non ho mai approfondito la questione, tanto? ... oramai ...

Lo dico seriamente: il buon Winston, fondamentalmente, ha subito trattamenti migliori dei nostri, e non c'è nessuna esasperazione, nessuna - nell'asserire che siamo arrivati a un punto di là di ogni immaginazione.

Spiegazione per Pikebishop

Ritratto di Il Proiezionista

Una premessa necessaria:

per prima cosa ammetto di aver utilizzato un'espressione infelice con "Popolo di colore" ma trovo davvero difficile trovare termini corretti che non offendano nessuno quando si toccano certe tematiche. Avevo già utilizzato "Afroamericano" e "Negro"; per l'esigenza di evitare ripetizioni e forse per non "apparire" troppo ruvido sono scivolato pure io su di uno stereotipo. Faccio ammenda e porgo le mie scuse.

Quanto segue rispecchia ovviamente il mio pensiero e non è detto che corrisponda a verità.

...Ma quel che vorrei chiedere e' invece tratto da questa affermazione...

L'affermazione in oggetto deriva da "ciò che penso di aver capito" degli afroamericani in tutti questi anni in cui ho seguito il loro cinema, la loro musica, e in generale sprazzi della loro cultura e delle loro vicende legate alla storia americana. Potrebbero quindi essere impressioni distorte, non ho vissuto con loro, sono soltanto un osservatore esterno.

Però da ciò che ho appreso della loro storia recente, a parte il razzismo la schiavitù etc. ma proprio per il posto che si sono conquistati nel mondo dei bianchi (penso a James Brown che ha avuto un bel coraggio nel 68 a cantare: Say It Loud, I'm Black and Proud) con le rivolte e le battaglie urbane di Watts, le prime etichette musicali gestite da neri come il ""Sound Of Philadelphia" o la "Motown", le conquiste fatte nel cinema con la Blackxploitation o con le prime organizzazioni di Stuntman Neri che nessuno cagava in patria ma che vennero utilizzate e pagate dalle toupe inglesi (vedi 007 Live and Let die), le pantere nere... il "More Bounce to the Ounce" di Zapp e Roger Troutman.... Insomma un mondo intero che agli Stati Uniti ha portato anche una certa cultura oltre che una serie di conquiste per i diritti civili.

Ecco, ritengo che il popolo nero che ha vissuto sulla sua pelle tutto questo non possa essere del tutto insensibile se appena acculturato in materia e che di conseguenza ci tenga a partecipare in progetti simili che, almeno sulla carta, sono mirati a sensibilizzare il pubblico su una realtà che non può certamente essere già dimenticata. E tutto questo a parte le solite "puttane" di Hollywood.

Ciò che mi rende estremamente curioso verso questi attori e questi registi (Spike Lee compreso che ultimamente mi sembra aver perso la bussola) è capire (glielo chiederei volentieri) se nel momento in cui hanno visto il prodotto finito, cioè il film montato e trasmesso in sala, si sono resi conto della subdola operazione o se sono ancora convinti di aver dato un sincero contributo alla loro causa.

Ovviamente è una mia impressione... La realtà potrebbe essere molto più semplice: sono tutti venduti come dici tu e di tutto ciò che è successo anche nel recente passato non è rimasta traccia se non nell'immaginario di qualcuno come me.

Non penso che sia cosi'...

Ritratto di Pike Bishop

...anche tu hai giustamente citato la blacksploitation: 

« Film fatti con poca o addirittura nessuna attenzione alla qualità o al pregio artistico, ma con un interesse che mira al guadagno veloce, di solito attraverso tecniche di pubblicità che enfatizzino qualche aspetto sensazionale del prodotto. »( Da L'enciclopedia del Film)

Infatti questi generi di film o di musica erano studiati apposta per un pubblico "etnico" e quando ebbero successo al di fuori del loro target, lo ebbero per le ragioni sbagliate, tanto che gli attivisti veri e puri delle Pantere Nere li criticarono aspramente.  La cosa tristissima e' che in realta', dopo la morte di Malcom X, non esiste piu' nessuna coscienza di classe in America e la razza, al contrario di essere un fattore destabilizzante per il Potere, come si pensava sarebbe stato, e' diventato uno dei vari modi per dividere ed imperare dal quale in Europa hanno imparato e stanno ora utilizzando, importando i negri che prima non c'erano, con la scusa dell'umanitarismo.

Inoltre, dalla meta' degli anni '80 come minimo, NIENTE esce piu' da Hollywood che non sia accurata e pianificata propaganda politica pro-governativa.  Il fatto e' che senza le sovvenzioni e le esezioni fiscali che arrivano dal Governo, Hollywood chiuderebbe i battenti del tutto, ed e' percio' un po' meno libera dell'industria cinematografica sovietica o nazista degli anni '30.  Nessuno di quei registi o attori che citi ha mai neanche lontanamente pensato di dare un contributo a nessuna altra causa che non fosse quella del Governo.  Hanno invece sfruttato (exploited) l'impressione che danno a moltissimi, la maggioranza delle persone, infatti, te compreso, che avessero potuto avere qualche mira del genere, dovuta alla loro supposta identita' razziale: non sono piu' onesti dell'Avvocato Obama che lottava per cedere quartieri interi a gente parimente abbronzata come case popolari per poi vederle vendute a prezzo stracciatissimo a megaditte di edilizia implicate con la Mafia che le avrebbe ritrasformate in zone residenziali di pregio. I negri, in America, non hanno ottenuto niente altro, come niente hanno ottenuto le donne, che catene molto piu' solide anche se immateriali.  Basta andare in una prigione americana, per capire.  Se prima i prigionieri erano soprattutto neri ora sono solo ed esclusivamente poveri, ed i negri sono poveri per la maggior parte, cosicche' sono rappresentati in galera da percentuali parecchio maggiori dei quelle che possiedono in rapporto alla popolazione totale.

Il fatto non e' di essere piu' o meno venduti: il fatto e' che fanno parte di un'industria dedicata esclusivamente ad un certo prodotto: un po' come se si volesse ottenere pasticcini dall'industria metallurgica.

Guarda che sono perfettamente

Ritratto di Il Proiezionista

Guarda che sono perfettamente daccordo con "l'evoluzione" di cui parli che ha portato a un generale appiattimento e controllo... Ma io mi riferisco a uno "status" interiore ed emotivo che non può "non esistere" in tutto il popolo nero. Le discriminazioni, le battaglie etc. ci sono state. Sono radicate nell'intimo di una buona parte di queste persone.

Non sono passati mica tanti anni da quando Spike Lee tuonava fulmini e saette contro i registi bianchi che facevano film orripilanti (vergognosi e finti) sui neri (compresi i recenti Amistad e Il Colore Viola di Spielberg).

E l'enciclopedia dei film, dimentica di dire che la Blaxploitation, con il suo basso costo e la sua mediocrità ha permesso di vedere "Eroi neri al cinema", una vera rivoluzione per l'epoca.

Non credo sia un caso se hanno riempito le strade di "Bande" armate con mitragliette uzi.

Ciò che intendo dire, è che non posso credere che "nessun" afroamericano, dal popolo fino all'artista (attore, regista, musicista o altro) possa davvero non rendersi conto che progetti simili, certamente ben costruiti e apparentemente dalla parte "giusta", siano in realtà delle trappole di propaganda al servizio dell'estabilishment.

Eroi neri

Ritratto di Pike Bishop

E l'enciclopedia dei film, dimentica di dire che la Blaxploitation, con il suo basso costo e la sua mediocrità ha permesso di vedere "Eroi neri al cinema", una vera rivoluzione per l'epoca.

Non credo sia un caso se hanno riempito le strade di "Bande" armate con mitragliette uzi.

Il punto e' proprio questo: quegli eroi erano funzionali a trasformare i negri, da tagliati fuori che erano, a pedine del sistema.  Gli "eroi" erano infatti o sbirri o magnaccia, spacciatori e altro letame umano.  Gli afroamericani si sono in massa riconosciuti in quella tipologia ed hanno sviluppato, invece che la milizia islamica di Malcolm X, le bande con dotazione di pistole automatiche che tu citi, che sparano ad altri negri o al limite a bianchi poveri, non a chi li opprime.

uno "status" interiore ed emotivo che non può "non esistere" in tutto il popolo nero. Le discriminazioni, le battaglie etc. ci sono state. Sono radicate nell'intimo di una buona parte di queste persone.

Quelli dello scimmione pieno di catene ed anelli d'oro, con la macchinona, le puttanone e la pistola con l'impugnatura in avorio, sono gli "status" ai quali possono ora agognare gli afroamericani, con la nuova variante del politico corrotto e santimonioso.  

Le discriminazioni, le battaglie etc. ci sono state anche in I-taglia, e ben vedi come si sono radicate nell'intimo dei Selvaggi con Telefonino (un grazie sempiterno a Blondet per questa toccante definizione).  Lo stesso hanno fatto oltre oceano.  

Malcolm X e' per loro un film storico, come Waterloo o peggio come Gladiator. Ora, se non diventano Presidente e' solo perche' non sono in gamba abbastanza, tanto vale comprarsi un'altro anello d'oro o farsi un tatuaggio sul cazzone sempre in tiro.  E Spike Lee era piu' furbo da sempre, infilatosi con i bianchi ggiusti, a fare i film ggiusti al momento ggiusto, vedi bbene che se sei fico puoi aspirare anche a quello. God Bless America, e quando lasciano allagare i quartieri negri di New Orleans, nessuno forma piu' le nuove Pantere.  Era colpa loro, di quelli dei quartieri sotto il livello del mare: non sono riusciti a diventare ricchi. The New American Dream.

PS

A proposito di Amistad: e' stato fatto apposta per scaricare dalle spalle degli ebrei ogni colpa derivata dalla tratta degli schiavi.  La tratta degli schiavi, una pratica Araba e Islamica approvata dai libri sacri, era soprattutto un business Ebraico e non solo a New Providence, ma anche in Europa.  Ora, naturalmente, i barbari non sono gli Ebrei, sono i Caucasici cattivissimi, specie quelli mediterranei neolatini.  La storia rivoltata come un guanto.

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