Skip to main content

Faccia di Tolla!

Robocop (id - 2014)


  • genere: Fantascienza
  • regia: José Padilha
  • interpreti: Joel Kinnaman, Gary Oldman, Michael Keaton, Samuel L. Jackson
  • produzione: Metro Goldwin Meyer

GIUDIZIO: da evitare come la peste

In due parole

Rispetto a questo film, una scoreggia contiene molti più spunti di riflessione sociale.

Recensione

Ci troviamo immersi in un'era di remake, Hollywood sta rifacendo ogni film possibile, capolavoro o porcata, recente o antico, il diktat è: “rifare”. Nel tentativo di rendere più accettabile questa insana mania, alcuni prodotti non vengono chiamati “remake” ma “reboot”; la sostanza però non cambia così come la ricetta: accalappiamo un giovane regista che ha fatto parlare di sé, mettiamogli vicino una squadra collaudata di nomi che vendono e riscaldiamo la minestra al micro-onde nella speranza che sviluppi una qualche nuova tossina letale ma tanto colorata e luccicante che ammazzi un reggimento di cellule cerebrali per ogni singola visione.

Sembra quasi che si voglia riscrivere la storia; a quando i remake degli LP? Da “The dark side of the moon” al “ballo del qua qua”? Come dite? Ci sono già? Si è vero, per ora l'operazione è limitata ai singoli idonei a essere ballati in discoteca ma tra un po' potrebbero inventarsi dei veri e propri remake degli album più famosi, per poi passare ai libri.

 

Ora, ammettendo che in alcuni casi un remake ci può anche stare, se non altro per un confronto impietoso con l'originale, l'attuale frenetica operazione di rifacimento appare immotivata (ma è probabile che ci sfuggano le regole del marketing perché non riusciamo a vedere queste operazioni come particolarmente redditizie). Ci sono pellicole poi per le quali la stessa idea di rifacimento è un “nonsense” mentale; Robocop è una di queste.

Tutto ciò che di buono, visionario, terribilmente ironico e profondamente acuto era contenuto nell'originale opera di Paul Verhoeven è stato sradicato e sostituito da una storia che ha la stessa consistenza della diarrea e la sostanza della peggior telenovelas brasiliana partorita da un carioca in crisi mistica.

 

La rinascita di Robocop viene affidata non a caso a un regista brasiliano, Josè Padilha, che ha avuto la pessima idea di vincere un orso d'oro del tutto immeritato con un film d'azione (ma le giurie che sceglievano pellicole come “la città incantata” eistono ancora?) intitolato: “Tropa de elite – Gli squadroni della morte”, che non assomiglia a un film denuncia su una realtà che mostra l'altra faccia di quel Brasile che ci viene venduto come la patria del carnevale, dei colori, dell'allegria, delle belle donne e del sesso libero, quanto piuttosto a un tributo imbarazzante alla logica degli squadroni della morte.

Per impersonare l'uomo robot viene scelto un attore svedese che sta iniziando a farsi strada, Joel Kinnaman, una “faccia di tolla” che stampa addosso all'uomo macchina quattro espressioni da cartone animato che suscitano ilarità involontaria.

Per finire, una galleria di nomi che tirano: da Samuel L. Jackson a cui hanno messo i capelli, fino a Michael Keaton a cui li hanno tolti, passando per Gary Oldman che eredita per assonanza il nome dello spietato e amorale yuppie del primo film (Morton/Norton) ribaltando però il ruolo in quello di un dottore buono come il pane (anche se fa esperimenti con gli umani).

 

Risultato? Un'influenza intestinale mascherata da film; Mentre nel primo Robocop il volto di Peter Weller era quasi totalmente coperto impedendogli di fatto di lavorare sulla mimica facciale e obligando l'attore a lunghi studi sul linguaggio del corpo che dettero però ottimi risultati, in questa nuova versione si decide di mettere un casco apribile;  per la maggior parte del tempo, possiamo vedere l'attore in faccia e rimanere basiti davanti alla sua perfomance. La cosa infatti risulta imbarazzante perché tolte le quattro espressioni ridicole, la faccia di Kinnaman è espressiva quanto un platano.

Le cose peggiorano paragonando la distruzione della vita di Murphy nel primo film, quando nella sua mente si formano brandelli di immagini della famiglia che aveva e che ormai è andata per sempre, ignara del suo destino e trasferita chissà dove; poche sequenze dipinte con grande efficacia drammatica da Paul Verhoeven, con questa nuova versione in cui la famiglia è protagonista per tutto il film parlando allegramente con il marito/padre trasformato in Robot. In perfetto stile Telenovelas, Robocop ricorda tutto e può chiaccherare con moglie e figlio come niente fosse:

 

“Torna a casa caro, tutto tornerà come prima”

“Ma non sono più un uomo, ormai mi hanno messo un attrezzo di acciaio inox”

“Sarà sempre meglio del vibratore in similpelle che ho usato negli ultimi due mesi caro”

“Nostro figlio come sta?”

“Bene, non vede l'ora di vederti, gli si è rotto il Transformers di plastica e non gli pare vero di poterne avere uno di ferro a grandezza naturale”

 

Gary oldman poi che esegue operazioni abberranti sui poveri resti di un essere umano comportandosi come il mastro Geppetto di pinocchio è qualcosa di surreale. Samuel L. Jackson che dovrebbe interpretare il volto perfido e falso dei media, ne esce sconfitto impietosamente dal confronto con la visione fornita dal Robocop originale suscitando inoltre il sospetto che il regista tifi in realtà per questo personaggio. Michael Keaton è l'unico a preservare una parvenza di credibilità ma è troppo poco per un film talmente confusionario da ridurre il cattivo a una macchietta dopo aver svuotato la trama da ogni implicazione sulla società, sui media, sulle corporazioni e sul potere contenute nel primo film.

Vorremmo sorvolare sulla totale inconsistenza di tutti gli altri personaggi di contorno e ci limitiamo a una menzione speciale nei confronti dell'altro cattivissimo interpretato da Jackie Earle Haley (il Rorschach di Watchmen) che dovrebbe rappresentare un militare cazzuttissimo che sviluppa un odio personale per robocop, ma che sembra un attaccapanni con una mimetica appesa sopra da portare in lavanderia.

 

La pellicola si snoda tra nonsense e ridicolaggini da campionato mondiale senza riuscire a concludere alcunchè, fino ad arrivare alla chiosa finale di Jackson, che nelle intenzioni dovrebbe contenere un qualche effetto climax di cui non ci accorgiamo; non ci resta che srotolare la carta e tirare l'acqua.

Probabilmente per il grande pubblico i messaggi trasversali e propagandistici sono passati nonostante l'effettiva oscenità (o forse proprio grazie a questa) di tutto l'impianto narrativo. Vediamo se indovinate quali sono?

P.S. I primi tre minuti di film che fanno pensare ad un'operazione del tutto diversa ma che viene completamente ribaltate durante lo svolgimento possono fornire un indizio.

 

SCHEDA IMDB

 

 

 

quest'è niente...

Ritratto di Calvero

... se dopo la diarrea, vuoi farti scoppiare le palle vatti a vedere Jupiter Ascending. Niente, è semplicemente la fine.

Ripongo qualche speranza per l'imminente e ultimo di film di P. Thomas Anderson

La vera trama di Robocop

Ritratto di Dusty

Spiace linkare recensioni della concorrenza, ma al momento è l'unica che mi ha fatto ridere più della tua :)

La vera trama di Robocop

 

Opzioni visualizzazione commenti

Seleziona il tuo modo preferito per visualizzare i commenti e premi "Salva impostazioni" per attivare i cambiamenti.