Casinò Royale (id 2006)
- genere: Azione/Thriller
- regia: Martin Cambbell
- interpreti: Daniel Craig, Judi Dench, Eva Green, Mads Mikkelsen
- produzione: Metro Goldwin Mayer
GIUDIZIO: Evitabile
In due parole
Recensione
Un successo curioso: annunciato, ribadito, sottolineato; eppure, terminata la programmazione cinematografica; a poche settimane dalla sua uscita in DVD, tutti gli ipermercati regalavano una copia di Casinò Royale se si acquistava un altro film. E nel giro di un mese mancava poco che regalassero il DVD anche se si acquistava un rotolo di carta igienica; regalavano l'ultima avventura di 007 dappertutto. La sensazione avuta a pelle è quella di aver voluto imporre un finto successo. Un pò come accade ad alcuni programmi televisivi che dopo un enorme battage pubblicitario rivelano di essere dei flop con ascolti bassissimi; ma le dure regole del mercato impongono di recuperare i costi; ed ecco che i propagandisti mettono in moto il cervello e fanno partire un martellamento incessante attraverso tutti i canali mediatici (telegiornali compresi) che parlano di straordinario successo. Alla fine. quando la gente inizia a dire: "Mah, se ne parlano tanto di questo successo sarà interessante, diamogli un'occhiata". il successo è stato costruito a tavolino e grazie alla pubblicità.
Ma anche se così non fosse; anche se la nuova avventura di 007 fosse stata un genuino insapettato successo (inaspettato? nel business ipercalcolato e scientifico del cinema odierno?), il suo valore è, e resta, uguale a zero. Si tratterebbe infatti del successo di un film che non è 007, ma un ibrido ottenuto da una fotocopia fatta quando la macchina aveva esaurito il Toner.
Quale è stata in soldoni l'idea escogitata per il grande rilancio di questa vetusta serie? (Immagino già Terence Young, Broccoli e Saltzman rigirarsi nella tomba) A parte la poco felice intuizione di far apparire 007 sul megaschermo con la faccia di Daniel Craig una maschera che somiglia a quella di uno scafista della ex-jugoslavia, se non proprio a un collega di Putin quando era ancora nel KGB; il nuovo tipo di macho che a quanto pare è si in auge tra il gentil sesso di questi tempi (evidentemente non soltanto gli uomini rincoglioniscono), ma che con il carismatico gentiluomo inglese, duro, ma istruito, colto e dotato di innegabile classe dei romanzi di fleming c'entra come un caterpillar a indianapolis. Si è quindi deciso di radere al suolo tutte le caratteristiche ormai leggendarie di questa serie considerate probabilmente l'aspetto ormai superato che aveva bisogno di un rinnovamento (è come se per rinnovare il personaggio di Paperon de Paperoni decideste di farlo diventare generoso... Non sarebbe più lo stesso personaggio). Cambiamenti radicali quindi; eliminata la segretaria Moneypenny che flirtava con il nostro eroe, eliminato il leggendario "Q", l'unico a non subire il "fascino" dell'agente segreto che "detestava" per l'uso improprio che faceva dei suoi marchingegni e armi segrete. Personaggi che il pubblico affezionato attendeva sempre per divertirsi con molti dei loro esilaranti duetti. Sparita anche l'ormai leggendaria sigla iniziale con la canna della pistola che segue la camminata di bond. Sparito il Martini shakerato non mescolato preferito di Bond che volgarmente dice al barista: "Cosa vuoi che me ne freghi?" (Che anche gli inglesi stiano imparando dagli italiani? Basta fare battute di basso livello, magari sulle scoregge e si fa ridere la gente?) Un 007 rozzo nei modi e negli atteggiamenti, in accordo insomma con la faccia da scafista. Per farla breve, è stato rimosso tutto quello che serviva ad identificare Bond. Ohibò? E Perchè? E' presto detto; chi è infatti che ha rilanciato i film d'azione inventandosi nuove tipologie di servizi segreti più adatti ai nostri tempi? La serie di "Mission Impossible" ad esempio, che ha rilanciato la figura dell'agente segreto moderno; ma anche quella altrettanto fortunata di "The Bourne Identity".
I vertici della produzione, capitanata ora dalla figlia di Broccoli e da Michael G. Wilson devono aver pensato che l'unico modo per fare un restyling del personaggio era quello di imitare quelli che in definitiva hanno imitato l'originale; ma si può arrivare ad una simile perversione? Il risultato è un riflesso senza più identità. Bastano secondo voi le pur efficaci sequenze d'azione e la spettacolarità che in questa serie non è mai mancata, a risollevare le sorti di un film che dovrebbe trovare il suo punto di forza nel duello di sguardi e tensione al Casinò al fine di ricreare la suspance di un vero thriller? Ne dubito dato che i personaggi non risultano credibili e la costruzione di una scena così complessa è affidata al regista Martin Campbell, a suo agio con gli inseguimenti, ma inefficace nel dipingere profili e sequenze psicologiche o di tensione che vadano oltre lo stereotipo troppo abusato. (anche se per onestà, bisogna dire che Campbell aveva saputo rinverdire i fasti di 007 nel buon Goldeneye) Da segnalare certamente i titoli di testa, unico tocco di classe dell'intera pellicola; caliamo un velo pietoso invece sull'affondamento del palazzo nel Canal Grande a Venezia e sul finale in genere che ha una battuta che ci saremmo aspettati di vedere sulla bocca di Schwarzenegger o di Steven Seagal.
Sarà stato anche un grande successo, ma nemmeno George Lazemby e la sfortunata troupe di "Al Servizio Segreto di Sua Maestà" licenziata con l'attore dopo il fallimento del film, mi hanno fatto rimpiangere tanto 007.
Bond... James Bond... Dove sei ora?
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