Molti anni fa seguivo con preoccupazione le vicende politiche italiane, soprattutto quelle legate all'attuale presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Quando arrivò a formare il suo primo governo stabile, ero sinceramente convinto che fosse pericoloso. Non in senso metaforico: temevo che la sua ascesa al governo potesse risolversi in una svolta pericolosa anche per l'incolumità fisica mia e degli altri. Non aiutò il fatto che il G8 di Genova accadde proprio in concomitanza con l'inizio di quella legislatura. Poiché sapevo che le persone che andarono a Genova a manifestare erano pacifiche, anche se non la pensavo come loro, mi diede da riflettere vederle battute agli angoli di strada sotto l'occhio delle telecamere, mentre i pochi che commettevano reati organizzavano piccole parate musicali per la tv, per poi girare indisturbati e spaccare qui e lì senza che nemmeno un vigile urbano osasse disturbarli.
Quando Berlusconi iniziò la sua opera legislativa senza ritegno, pensai davvero che un giorno si sarebbe presentato il Parlamento e avrebbe dichiarato che l'Aula era sorda e grigia e che da allora in poi sarebbe stata semplicemente un bivacco di manipoli. Credo ancora oggi che avrebbe avuto la capacità, le risorse ed il sostegno per farlo.
Quando vedevo l'opposizione parlamentare non fare nulla, smozzicare frasi sconnesse e lasciar correre tutto quello che di sostanziale Berlusconi faceva, temevo che si ripetesse la storia degli anni '20. Non capivo come fosse possibile che non si rendessero conto del pericolo imminente.
I giornali poi discettavano amabilmente di molte cose, ma mai di quello che stava accadendo.
Gli anni sono passati e posso dire con certezza che i miei timori si sono rivelati infondati. Berlusconi non ha fatto tutto quello che avrebbe potuto fare; si è limitato a risolvere i problemi suoi e dei suoi amici, mentre le componenti “libro e moschetto” della sua maggioranza sono state messe a tacere.
Nel frattempo però ho visto quello che la sinistra ha fatto in questi anni di berlusconismo. E cioè le stesse identiche cose che ha fatto Berlusconi. Sui temi più sostanziali della politica, non v'è stata un virgola di differenza. Lavoro, sanità, pensioni, immigrazione, politica estera sono semplicemente la fotocopia di quelle di Berlusconi. Quando sono stati coinvolti esponenti della sinistra in guai giudiziari, la reazione è stata la stessa che Berlusconi ha sempre adottato. Anzi, forse anche peggiore, perché almeno Berlusconi sotto processo, qualche volta, c'è andato, mentre gli altri hanno cacciato il giudice e soffocato l'inchiesta.
Ora comprendo il perché di tanti anni di silenzio. Non era stupidità, non era miopia politica. Era semplice connivenza. A differenza del sottoscritto, a sinistra sapevano bene cosa stava succedendo, sapevano che Berlusconi non avrebbe mai instaurato un regimetto parafascista, sapevano che non sarebbe andato a stanare gli oppositori casa per casa. Soprattutto, sapevano che quello che Berlusconi faceva, lo faceva anche per loro, proteggendoli dalle future grane giudiziarie e da ogni problema accessorio. Come ad esempio la legge elettorale, che nessun partito – ovviamente – si sogna di cambiare.
Oggi si manifesta per la libertà di stampa. Ah sì, dimenticavo, Berlusconi è quello che avrebbe dovuto uccidere la libertà di stampa. Lo sento dire da 15 anni (ed era un timore che avevo anche io) eppure non un solo giornale ha chiuso per volontà di Berlusconi. Anzi, l'Unità ha conosciuto nuova vita grazie all'anitberlusconismo militante.
In realtà non c'è nessuna minaccia del genere. I giornali escono regolarmente, internet è pieno di gente che non fa altro che parlare male di tutti i politici dell'arco parlamentare e nessuno è andato in galera per aver scritto che il governo fa schifo.
La realtà è che “libertà di stampa” in Italia significa “spartizione della Rai”. Non sono molto addentro alle vicende della televisione di stato, ma da fuori l'idea che mi sono fatto è questa: non riescono a mettersi d'accordo. Mentre durante la Prima Repubblica si era trovato un equilibrio nella spartizione delle poltrone, a me pare che oggi non ci si riesca più. E ogni volta che non si riesce a piazzare il proprio uomo dove si voleva, scatta la litania della censura (se di sinistra) o di egemonia culturale (se di destra). Non si spiega in altro modo tutta questa mobilitazione per la libertà di stampa.
Libertà di cosa?
Per 15 anni non si è sentito niente. I giornali non hanno mai parlato di niente. Se volete informarvi, dovete andare in rete e leggere i giornali stranieri. I giornali italiani non fanno informazione, producono soltanto pagine di dichiarazioni. Adesso, per esempio, c'è questa cosa delle escort di Berlusconi. Nessuno, nella stampa mainstream, ha mai fatto notare a Berlusconi quello che stava facendo in politica. Nessuno. L'unica cosa che in 15 anni sono riusciti a contestargli con una certa veemenza è questa storia delle prostitute. Evvai, grande stampa libera, facci sognare! Guardali quanto sono belli i tuoi lettori che sghignazzano e si danno di gomito, mentre cercano di fare la faccia seria fingendosi indignati per l'orrore che Berlusconi ha commesso. In una copia venuta male del giornalismo americano, cerchi, tu libera stampa italiana, di far crollare un politico a causa delle sue presunte ore di sesso a pagamento. Siamo tutti sconcertati, davvero. Un uomo che va con una prostituta.
E dov'eri quando quell'uomo passava leggi ignobili, rendeva il mercato del lavoro un inferno per i deboli, mandava in carcere senza processo della gente solo perché non ha in regola i documenti? Se non lo ricordi, te lo dico io, libera stampa italiana: tacevi, perché erano le stesse cose che i tuoi referenti politici hanno fatto quando ne hanno avuto occasione.
Quando si ingaggiano alte battaglie morali, bisogna premurarsi di avere credibilità. E a te, libera stampa italiana, manca anche solo l'apparenza di credibilità. Hai taciuto sul mondo del lavoro, sulle guerre illegali che l'Italia sta portando avanti nel mondo e su mille altre questioni, però vorresti mobilitarmi perché un uomo avrebbe (mica ne siamo sicuri) giaciuto con una prostituta.
No grazie, la mia indignazione la lascio per il milione e più di morti che le guerre in Iraq e Afghanistan hanno provocato anche con il sostegno dell'Italia e per espressa volontà dei tuoi referenti politici. La lascio per come è stata ridotta l'economia italiana anche grazie alla fattiva opera dei tuoi referenti politici, cara libertà di stampa italiana. La lascio per tutte quelle cose per cui è serio indignarsi.
Un po' di tempo fa ho visto una conferenza stampa di Zapatero insieme a Berlusconi e col siparietto di un giornalista spagnolo che si fa prendere in giro da Berlusconi. Grande, grande, grandissima indignazione di tutti i sostenitori della libera stampa. Grande, enorme tristezza da parte mia. Questo giornalista aveva a destra un uomo che ne ha combinate di tutti i colori, che viene accusato di essere amico della mafia, che controlla tutte le televisioni italiane e chi più ne ha più ne metta; a sinistra ha un uomo che è responsabile della più grossa crisi economica della Spagna, con una bolla immobiliare che fatto blup e un tasso di disoccupazione che sfiora il 20%; e lui cosa fa? Chiede se Berlusconi è andato a prostitute.
“Presidente, lei va a prostitute?”
“Certo, signor giornalista, ogni giovedì alle 21. Vuole che le mostri la fattura?”
“Non serve. Grazie per la risposta, Presidente.”
“Prego. Il prossimo?”
Evviva la libera stampa, orsù andiamo tutti a manifestare.
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