La Banda del Porno (The Amateurs - 2005)
- genere: Comico/Commedia
- regia: Michael Traeger
- interpreti: Jeff Bridges, Ted Danson, Joe Pantoliano, Tim Blake Nelson
- produzione: First Look International
GIUDIZIO: Godibile, a tratti esilarante
In due parole
Recensione
Questa commedia arriva in Italia con un ritardo di 8 anni e viene distribuita direttamente in Home Video. Un vero peccato perchè rispetto a tante pellicole propagandate come commedie brillanti (a suon di trailer megaspaziali) ma che odorano di muffa stantia e sono divertenti quanto una telenovelas di serie "Z", questo piccolo film, pur con gli stereotipi del genere, riesce ad essere davvero divertente e a lasciare pure spazio a qualche piccola riflessione.
L'antefatto è fin troppo scontato: Jeff Bridges è un fallito; Non più giovanissimo ha fallito nel lavoro e in amore, è separato e la sua ex moglie e il figlio adolescente vivono con il nuovo marito di lei, un riccone da battaglia che dalla vita ha avuto tutto. Il conflitto di un padre che non si sente all'altezza del nuovo antagonista davanti agli occhi di suo figlio è devastante e il nostro eroe trascorre le sue giornate a bere in un bar che ospita alcuni suoi amici. Tutti inevitabilmente falliti cronici. C'è anche una donna in declino che tutte le sere aspetta un uomo che non arriverà mai e continua a vivere delle sue illusioni e delle balle che racconta agli altri anche se ne sono tutti consapevoli. Il gruppo vive in una cittadina di periferia che manco a dirlo non offre davvero nulla tranne una vita fatta di una routine tesa a spegnere le persone a poco a poco.
La riscossa dei falliti che tentano qualsiasi cosa anche se improbabile pur di emergere dal grigiore della loro vita non è certo una novità nel cinema ma il regista è molto abile, e anche se la scelta di lanciare gli amici in improbabili produttori di un film porno (Bridges leggendo gli incassi di quel mondo si convince che sia l'unica cosa alla loro portata capace di farli diventare ricchi e famosi) sembra una scappatoia per la risata facile e la comicità pecoreccia, le situazioni che si vengono a creare sono spassose e per nulla volgari o scontate. La storia si snoda attraverso invenzioni non sempre prevedibili tra le disavventure dei personaggi fino al lieto fine d'obbligo ma tutto sommato appagante.
La bravura e le combinazioni riuscite dei personaggi regalano più di un momento esilarante come ad esempio il litigio razziale tra un uomo di colore che si vede licenziato dopo essere stato assunto assieme a due suoi colleghi e Jeff Bridges capo della produzione. I tre infatti erano stati assunti per la classica scena, che in un film a luci rosse è d'obbligo, dei tre neri che vanno con una ragazza bianca; ma vengono licenziati dopo la prima apparizione sul set quando tutta la produzione si rende conto che gli mancano gli "Attributi necessari". La litigata nel bar con l'uomo di colore che cita Martin Luther King e accusa di razzismo Jeff Bridges, con quest'ultimo che tenta di spiegargli che li aveva assunti proprio perchè di colore... E' uno dei momenti più divertenti del film.
Rispetto alle tante, troppe insulsaggini che ormai riempiono le sale e gli scaffali delle videoteche, consigliamo di riscoprire questo film stranamente distribuito con un incredibile ritardo e che pur non facendo gridare al capolavoro ha certamente molto da insegnare a chi si cimenta oggi senza averne minimamente le capacità con la difficile arte della commedia.
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