Nella locandina: Ingresso del campo di concentramento di Theresienstadt
Cosa c'e' ancora da dire sul primo maggio?
Senza andare per derive demenziali sulla corrispondenza della data con rituali pagani assortiti, e' chiaro come le classi dominanti - come sempre da qualche secolo a questa parte - ci avessero preparato un teatrino in cui le due facce della medesima medaglia (l'industrialismo) avevano connotazioni falsamente antagoniste.
L'aspetto piu' subdolo del teatrino era proprio il canovaccio "antagonista", nel quale i sottoposti trattavano la loro schiavitu' come bene supremo.
Percio' il "lavoro" (che era visto comunque invariabilmente come lavoro dipendente e non creativo) da catena che e' diventava via di liberazione, secondo il copione di Auschwitz (il Lavoro rende Liberi) e si meritava anche una "festa" che serviva piu' che altro per contare e catalogare gli individui che si sentivano "antagonisti", casomai si allargassero troppo in qualsiasi senso e necessitassero una qualche misura repressiva volta a compattare in tutti i sensi le loro schiere.
Non a caso i piu' scaltri tra i pecoroni komunisti andavano alle celebrazioni rituali muniti di cravatta che si toglievano (da veri komunisti) solo se la conta sembrava dare una certa sicurezza personale nel mucchio, a mo' di pesci di banco che cercano la sicurezza nel numero alla presenza degli squali ma che in difetto di numero adeguato ricorrono al mimetismo. Altrimenti tutti in Parrocchia. Se avete visto un primo maggio di mezzo secolo fa in provincia di Cuneo sapete di che parlo.
Piu' recentemente questa liturgia ha perso molto del proprio significato perche' la classe dirigente ha stabilito che il teatrino dell'"antagonismo komunista" non era piu' necessario, visto che il teatrino "Democrazia" e quello "Consumismo" davano cosi' tante soddisfazioni da rendere inutile la continuazione della recita con quel canovaccio.
La festa, come molte altre, oggi sopravvive la sua utilita' e viene portata avanti stancamente anche perche', in Italia, e' successiva ad un altra festa similare, quella dell'occupazione militare straniera, chiamata "Liberazione", proprio come il "Liberator" era il bombardiere che distruggeva le citta' italiane e ne uccideva la popolazione. Come si fa a resistere a un po' di "Circenses" pagato a caro prezzo da Pantalone tramite la rapina dei partiti (rimborso...) anche in assenza di "Panem"? In fondo, chi puo' resistere ad una liberazione piccola piccola, 5 giorni, dall'odiato lavoro che ora, da merce carente e quindi ricercata quale e' diventato, non abbisogna piu' di pubblicita' per la sua vendita?
Buon primo maggio. Tutti "disoccupati" per una giornata: ricchi e poveri, pensionati da decine di migliaia di euro al mese e co.co.de'., badanti e puttane (non si puo' battere il primo maggio, i clienti sono con la famiglia), tutti insieme appassionatamente.
Tranne che sbirri e valsusini forse, gli unici veri "lavoratori" rimasti in Italia...
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