Il mostro prese vita l'11 Settembre del 1970 attorno alle 20:45 sui colli euganei seminando morte e distruzione per 77 minuti circa prima di tornare nel nulla dal quale era venuto; e per una di quelle inquietanti coincidenze che l'esistenza propone ai viventi, un secondo mostro sorgerà in un tragico gemellaggio di numeri, l'11 Settembre di 31 anni dopo a New York, quando attorno alle 8:45 il volo American 11 colpirà la torre Nord del World Trade Center dando inizio a uno dei periodi più neri della storia umana. Un demonio che si ritirerà soltanto 77 minuti dopo con la scomparsa del volo UA93.
-Lido di Venezia: 11 Settembre 1970, ore 21:00 Circa
Rosina e Renato passeggiano lungo la riviera San Nicolò in direzione del piazzale Santa Maria Elisabetta, il punto più largo dell'isola dove trovano posto gli approdi per i battelli che collegano il Lido alla città che si regge sulle palafitte. La giovane coppia ha deciso di concedersi una serata al cinema e prima di imbarcarsi per Venezia, potrà dare un'occhiata ai numerosi cartelloni presenti nella zona centrale di quella lingua di terra, che si erge come barriera naturale separando la Serenissima dal mare Adriatico, scegliendo il film preferito. La laguna è piatta come un ferro da stiro, l'aria è immobile e pesante; il servizio meteo aveva previsto burrasca e il cielo è coperto ma la notte nasconde allo sguardo il manto nuvoloso che sembra in attesa di qualcosa. I consueti segnali dell'imminente scatenarsi di un temporale, che ogni nativo ha imparato a riconoscere, sono tutti assenti.
Gli anni 70 si portano dietro un cinema più ruvido e violento che incarna il profondo disagio di quei tempi, molto lontano dalle atmosfere patinate delle avventurose commedie e musical hollywoodiani che avevano accompagnato l'infanzia della coppia; i manifesti in bella mostra non ispirano abbastanza da giustificare il prezzo di una visione e poi c'è qualcosa che entrambi sentono a fior di pelle. Non ha un nome ma è una sensazione crescente, come se un campanello d'allarme stesse suonando da qualche parte in lontananza.
“Senti, non c'è un solo film interessante, perché non rimaniamo qui?” Dice Renato, “Passeggiamo per il Gran Viale e ci prendiamo un gelato dall'amico Tita. Poi con calma andiamo a prendere nostro figlio da tua madre e ce ne torniamo a casa.”
Anche Rosina sente che è la cosa giusta da fare: “Si, va bene” risponde quasi sollevata.
Il Gran Viale è un ampio stradone alberato che attraversa l'isola nel suo punto più largo, circa 800 metri portando direttamente alla spiaggia. I grandi alberi sono l'unica cosa rimasta dello sfarzoso corridoio fiorito che accoglieva i turisti nell'epoca della dolce vita, quando il Lido era considerato un giardino Europeo delle meraviglie per turisti e abitanti in prevalenza ricchi.
La passeggiata non è piacevole quanto dovrebbe e dopo un pò Rosina non ce la fa più a contenere l'inquietudine che gli sta montando nello stomaco: “Ma lo senti anche tu?” Chiede, rivolgendosi al compagno che nel frattempo e assorto nei suoi pensieri cercando di capire cos'è che gli sta rodendo lo stomaco.
“Che cosa”?
“Il silenzio… C'è troppo silenzio”
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