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I nuovi partigiani

Diaz: non pulire questo sangue (id - 2012)


  • genere: Drammatico/Storico
  • regia: Daniele Vicari
  • interpreti: Claudio Santamaria, Jennifer Ulrich, Elio Germano, Davide Iacopini, Ralph Amoussou, Fabrizio Rongione, Renato Scarpa
  • produzione: Fandango

GIUDIZIO: Doloroso, imperdibile, necessario

In due parole

Più di un cazzotto nello stomaco, difficile da guardare anche se necessario è uno sforzo registico ammirevole che evita la fiction e si mantiene asciutto e tremendamente efficace.

Recensione

In questi ultimi tempi sembra stiano nascendo dei nuovi partigiani; a differenza di quelli che combattevano sulle montagne, questi combattono con l'informazione. Sembra quasi che in Italia sia tornata la voglia di realizzare prodotti che restituiscano una memoria ai tanti troppi misteri nazionali lasciati cadere nel dimenticatoio. Ma sembra sia tornata anche la voglia di fare qualcosa per risvegliare le coscienze.

Tutto ciò che finora sembrava muoversi soltanto attraverso internet sembra in qualche modo cercare di emergere anche dalla settima arte e ci sembra un segnale positivo anche se forse inadeguato rispetto alla potenza del bombardamento mediatico che rema inesorabilmente contro.

Succede così che ci si ritrova ad osservare opere sorprendenti nella loro libertà di raccontare ciò che non è raccontabile e che iniziano a moltiplicarsi in titoli come questo Diaz, ma anche: Romanzo di una strage, ACAB, e altri.

Il film di Vicari è un cazzotto nello stomaco, a tratti insostenibile; si fa fatica a guardarlo fino alla fine perchè sembra di voler essere masochisti, ma si intuisce chiaramente che non c'è nulla di gratuito in questo film. E' asciutto come pochi, cerca di attenersi il più fedelmente possibile ai fatti ricostruiti dagli atti giudiziari, non crea fronzoli e ricami, non gioca con una facile retorica; per alcuni ha anche la colpa di non approfondire i nomi degli alti papaveri coinvolti.

C'è chi pretendeva di più; qualcuno che ha scritto una recensione da qualche parte su internet si è lamentato che si vede poco sangue, che ci doveva essere più violenza grafica, e quando si leggono queste cose ci si rende conto del lavoro che la propaganda del cinema fa e continua a fare ai nostri cervelli.

Per quanto ci riguarda, questo film va bene così com'è. Chi vuole approfondire i misteri, i lati oscuri, i coinvolgimenti eccellenti può farlo; c'è la rete e questa pellicola è uno stimolo più che sufficiente a chi vuole saperne di più. E' chiara ed esaustiva nella rappresentazione di ciò che accadde alla fine del G8 di Genova nel 2001 culminato con il massacro alla scuola Diaz.

Siamo certi che molte persone vedendo questo film a 11 anni di distanza, spalancheranno gli occhi chiedendosi: "Ma davvero è succeso questo alla Diaz?" Un pò come quelli che ancora si chiedono: "Ma davvero è caduto un terzo grattacielo l'11 settembre 2001?

Come afferma lo stesso Vicari in un'intervista, il film non contiene un eroe, un protagonista, perchè questo avrebbe fatto deviare tutta la storia verso la fiction, mentre il regista ci teneva a mostrare "la gente" e ciò che è accaduto loro. E' un film onesto, lo si intuisce proprio dall'assenza di schemi ruffiani e dal modo asciutto in cui si mostra anche la violenza che proprio per questo risulta ancora più insostenibile.

E' un film per le nuove generazioni ma anche per quelle vecchie; è una richiesta di aiuto, una preghiera per non dimenticare, un invito a non smettere mai di pensare. Ogni altra considerazione di carattere tecnico/artistico a questo punto ci sembra superflua. Il film è riuscito perchè comunica ciò che vuole comunicare, punto.

Per una volta ci sentiamo di consigliare l'acquisto del DVD nella sua versione a 2 dischi. Questo suggerimento è giustificato dagli ottimi extra presenti sul secondo disco che varrebbero da soli un acquisto. Primo su tutti l'ottimo documentario che ricostruisce tutti fatti acquisiti dal processo mostrando come sia stato possibile grazie ai video amatoriali, alle testimonianze e ai lavori di indagine, ricostruire la vicenda senza lasciare spazio a ipotesi e congetture. Un documentario molto valido che tra le altre cose premia il film perchè ne dimostra l'accuratezza. Un ottimo prodotto di ulteriore approfondimento della vicenda.

L'istinto vorrebbe evitarci il dolore di questa visione, in fondo a volte ci si vuole solo divertire... Ma non crediamo che chi troverà il coraggio di vederlo fino in fondo poi se ne possa pentire. Almeno provateci, superate la rabbia e il dolore che inizialmente vi susciterà, non sarà deserto ciò che rimane dopo, ne siamo convinti.