Quando, ormai famosissimo, il cineasta italo americano Francis Ford Coppola volle realizzare il suo Dracula, proprio come fece per Il Padrino (in originale insieme al nome di Mario Puzo), tenne a sottolineare al pubblico tutto, anche per questa Produzione, la paternità dell'opera. Quella di Bram Stoker.
Forse non tutti sanno che il romanzo gotico Dracula è scritto sotto forma di stralci di diari e scambi epistolari avvenuti (sempre secondo il romazo) tra i protagonisti della più che nota vicenda di paura; che vede rivelare al mondo l'oscuro personaggio del realmente esitito Mister Vlad III, trasfigurato da Stoker nel Conte tra i più famosi dell'immaginario fantastico. Lettere, diari, ma anche telegrammi che, tutti insieme, formano il corpus immaginario di quello che è probabilmente il romanzo del terrore par excellence di tutti i tempi.
In una mia personalissima classifica immaginaria, Dracula lo vedo distanziare notevolmente per carisma e ambiguità ma anche come "cosa disturbante" e misteriosa, gli altri noti compagni di merende, come l'Uomo Lupo, Frankenstein e, perché no, pure Dottor Jekyll e Mister Hyde (su quest'ultimo torneremo per un motivo particolare legato ad un film). Quello di Jekyll & Hyde, da dirsi, però non è propriamente un romanzo dell'orrore ma forse riguarda più un "trattato" - sotto mentite spoglie - che argomenta della schizofrenia.
Comunque.
Quello di cui voglio parlarvi è principalmente del Dracula "Coppoliano" e non voglio farlo (neanche potrei, se non lasciando troppe lacune) senza saltellare qua e là in una sorta di storiografia che lega questa creatura immaginaria con i vari rimandi tra film e film, ma anche con il segno che tale icona ha impresso così fortemente nell'immaginario comune.
Bisogna dire, per onestà, che il precursore di tutto ciò fu promosso in un altro racconto: Il Vampiro, di un certo Polidori, amico di un certo Lord Byron che (leggenda vuole) in una notte buia e tempestosa (come si suol dire) avvenne che, trovatosi ospite nella villa dell'illustre, si trovò coinvolto in una scommessa tra i letterati del tempo; verteva su chi avrebbe inventato la migliore "favoletta" dell'orrore. Non da meno, fu proprio lì che venne partorita l'idea di Frankestein della Shelley. Pure lei presente nella notte buia e tempestosa. Proprio il caso di dirlo: che storie!
Purtroppo devo ammettere che il romanzo di Stoker non l'ho terminato, ho cominciato a leggerlo e arrivando ben oltre la metà. Ma mentre mi affascinava per questa sua "interfaccia" atipica e intrigante, allo stesso modo mi infastidiva per il fatto che l'escamotage letterario, da un certo punto in poi del romanzo, lo trovavo forzato, poco plausibile, stridente .. in sostanza, mi aveva stufato e l'ho abbandonato lì dov'era. Ma non prima di aver colto le sue dinamiche sì da comprendere come (e forse perché) Coppola aveva posato le mani su quello che io chiamo: l'ultimo Film.
Intanto, capiamoci. Non sono qui a tessere le lodi di un capolavoro, bensì di un capolavoro mancato. Ma la menzione d'onore non è tale in seno al valore generale che l'opera si è conquistata, un valore ben sopra la media, indubbiamente; bensì a quello che sta dietro e dentro la Produzione e la Post-produzione. Da qui, diciamo, il mio interesse particolareggiato che tengo a condividere.
Partiamo con le cose brutte e anche più stereotipate che appartengono ad una critica. Gli attori. Mamma mia. Levato l'immenso Gary Oldman (Dracula) e l'assurdissimo e bravo Tom Waits (assiduo collaboratore di Coppola) si assiste ad un continuo sali e scendi di performance tra il pacchiano, il ridicolo e l'azzeccato. Che ci vuoi fare. Coloro che funzionano, diciamo le belle donzelle della storia, funzionano perché a loro non è che sia stato richiesto chissà cosa: bellezza e sensualità o poco più. Keanu Reeves (lo sposo in ostaggio del Conte) pareva chiedesse in continuazione al pubblico in Sala: "ma io che cazzo ci sto a fare qui?" e Hopkins (con accento tetesko da Sturmtruppen di Bonvi) gli rispondeva di sottecchi: "guarda, non lo chiedere a me che sto aspettando solo che mi chiamino per Hannibal the cannibal". Insomma [forse] mi sono spiegato.
Coppola, nonostante la scelta (che approvo, a me piace) di tributare il Signor Stoker nel titolo del Film, bisogna dire che si prende tante licenze poetiche tante quante lumache potete trovare nel bosco dopo una giornata di pioggia. Amen. Quel che conta, sempre a mio personalissimo parere, è che non ha tradito le atmosfere e le dinamiche del racconto che, per quanto possibile in una trasposizione cinematografica, sono state rispettate.
Non fosse che una "cagata pazzesca" (come direbbe Fantozzi) è andata a rovinare proprio sul più bello quanto sin lì raggiunto, allora si sarebbe toccata la perfezione per la ricercatezza visiva e artigianale che è stata la "molla" e il piglio testardissimo (e ammirevole) che il regista ha voluto perseguire e ha ottenuto con questo Dracula. Vi chederete: - ma quel'è questa "cagata pazzesca"? ... ve lo dico dopo e c'entra col film del Dottor Jekyll e Mister Hyde interpretato da Spencer Tracy nel 1941. Intanto, suspance. Silenzio in Sala.
Dicevamo.
BRAM STOKER'S DRACULA:
Trattasi dell'ultimo film che ha voluto rispettare l'opera artigianale del Cinema che fu, quello dei cosiddetti trucchi o effetti speciali "di una volta". Ma per capire bene l'evento bisogna ricordare sinteticissimamente che ...
... che era il 1992. Che prima di questo Dracula, il Secondo Terminator di James Cameron aveva spiegato quali erano le possibilità per le Produzioni a venire (ricordate il "metallo liquido"?) e lo aveva detto a chiare lettere o meglio, a chiari fotogrammi. Dopo questo Dracula, infatti, le cose vennero a maturazione, neanche a dirlo con Forrest Gump e con Mister Zemekis: - il dado era tratto. Il Cinema aveva cambiato definitivamente volto.
Però Coppola si decise in questa direzione, non soltanto per i più plateali effetti dei mostri e/o creature assortite, bensì costruì il tutto andando a ripescare e in un certo senso ad "evolvere" all'uopo le antiche tecniche, un lavoro di fatto da Maestri:
- mascherini, prospettive forzate, pellicole trattate a mano, giochi di specchi in ripresa, fluidi ripresi e adattati diversamente, ombre reali con sagome e/o attori a impersonarle (tutte studiate mirabilmente in tempo reale sui Set) e, ancora di più: ogni cosa cesellata in una fotografia e oserei dire quasi in una "pantomima" surrealista ed espressionista. Insomma, a cavallo dei tempi in fortissimo mutamento, negli anni "90, il cineasta diede forza ad un progetto scomodo, ad una scommessa e venne premiato (con Dracula salvò la sua Casa di Produzione).
Diciamo che il Dracula incompreso del titolo di quest'articolo, sta in questo: chi si avvicinò a questo film, all'epoca, difficilmente colse la sperimentazione paradossalmente innovativa. Vennero usate marionette, diapositive proiettate, ombre cinesi, modellini di case ed edifici accoppiate in fondali dipinti e/o sospesi con fili nascosti dalla luce e non cancellati al computer, con attori inseriti nella scena senza i cosiddetti "blu screen" e null'altro di simile; si usarano sequenze montate alla rovescia, inquadrature rovesciate su scenografie falsate nelle proporzioni; usò avanzamenti della pellicola innovativi (quelli che ora spopolano - e hanno rotto di brutto - nei film d'orrore o nella pubblicità, con elaborazioni della chiamiamola "moviola digitale"). Per non parlare dei costumi magnifici e del Prologo che è un'opera d'Arte, una sintesi tra ombre cinesi, cinema espressionista tedesco e i Pupari Siciliani. Cosa vuoi di più?
Ma mi fermo qui. Per altre chicche non c'è spazio.
Concludo con la soluzione de la "cagata pazzesca". Così, dopo cotanta magnificenza artigianale, nostalgica e carica di un pathos che non penso potrà più essere rivisitata, che cosa ti decidono di fare e proprio sul gran finale!? .. decidono di trasformare il viso orrorifico del nostro Dracula vecchio e decrepito, in quello che era della sua gioventù di Imperatore - con il Morphing! .. che è quella tecnica digitale (credo tutti conosciate) usata per "trasportare e trasformare" un immagine tridimensionale (anche un viso) in un'altra diversa in maniera morbida e continuata. Ecco: - tutto in vacca. Ma dico io, come si può? Oltretutto, nel rivederla adesso, tutto il film che non sa assolutamente di cosa vecchia, anzi! ... acquisisce una forza estetica originalissima; ecco che quell'effetto digitale messo lì pacchiano e imbarazzante, oramai, è una bestemmia.
Non so che dire. Cerco di rifarmi con la memoria e mi torna in mente il vecchissimo Spencer Tracy, nel mitico B & N, dove, anche lui morente nell'epilogo di Jekyll e Mister Hyde, da uomo cattivo lo vediamo tornare alla pace eterna e trasformarsi nella sua immagine di uomo buono (Jekyll). Che ci voleva a rifarlo uguale, ma anche meglio? ... tutto con il classico trucco delle immagini sovrapposte a più piani del suo viso s-truccato di volta in volta, fotografato volta per volta, in una sorta di "Stop Motion" o giù di lì ... e lasciando quel sapore di antico che così bene ci sarebbe stato nell'ultimo Dracula e nell'ultimo film degno di questo nome.
Collegamenti:
[1] http://ilporticodipinto.it/category/classificazione-articoli/cinema
[2] http://ilporticodipinto.it/category/classificazione-articoli/cultura