Vi racconto di una serata passata ad ascoltare blues negli scantinati di un teatro delle isole britanniche e lo faccio, apertamente, per fare un pò di pubblicità ad un paio di artisti che se la meritano.
La serata organizzata dal blues club locale, a giudicare dal volantino del programma, si preannunciava interessante, anche se io prima di acquistare i biglietti non avevo fatto i miei compiti a casa e non avevo dato un'occhiata in rete per vedere chi erano i musicisti che mi apprestavo ad ascoltare: se arrivavano in un posto fuori mano come questo non devono essere conosciuti, pensavo.
Dopo un gruppo inglese di un certo mestiere e eccellenti doti, un artista si presentò al pubblico da solo con la sua chitarra acustica in maniera brillante ed amichevole. Era chiaro che la sua presentazione non era improvvisata, ma era anche chiaro che si trattava di un giovane spigliato che non sarebbe stato certamente messo in difficoltà dallo sparuto pubblico di quella sera, circa un centinaio di persone ammassate in uno scantinato con un piccolo palco, un impianto audio di caratteristiche alquanto limitate e sedie e tavolini che permettevano al pubblico di munirsi di parecchie pinte di birra da sorseggiare durante il concerto, che sarebbe durato almeno 3 ore esclusi un paio di intermezzi per il rifornimento al bar.
Il Bluesman Vivente, così si definiva (ora come ora sembra che la categoria Bluesman si possa appiccicare solo piu' a gente passata a miglior vita, possibilmente a causa di un colpo di pistola o roba del genere, percio' averne uno che si qualifica Bluesman e che ancora sia in vita e' raro), attaccò a suonare. Veniva dal Sud dell'inghilterra e nonostante il colore decisamente nero, i tratti africani e il vestito completo stile Blues Brothers con tanto di cappello, era decisamente britannico. Lo stile era intrigante e originale sebbene saldamente ancorato alla tradizione del Delta (del Mississippi, non di Venere), le presentazioni dei brani brillanti e divertenti. La serata proseguiva di bene in meglio.
Se avete tempo date un'occhiata al seguente filmato, e se vi interessa comprate il suo CD non ve ne pentirete e sosterrete qualcuno come Tom Attah 1 che veramente se lo merita, come musicista e come persona.
(nota = chi volesse per qualsiasi motivo saltare il lungo prologo vada direttamente al minuto 1:51
L'attrazione della serata doveva pero' doveva ancora venire.
Nell'intervallo dopo la sua esibizione, mentre mia moglie ed io stavamo comprando il suo CD, che Tom stesso vendeva ad un tavolo del bar, cominciammo a parlare del piu' e del meno e Tom si rivelò ancora più disponibile, amichevole e di conversazione piacevole di quanto avessimo sospettato vedendolo sul palco, tantochè cominciammo a scattare le foto ricordo di prammatica ed a scambiarci indirizzi vari.
Al ritorno al nostro tavolino, notai un gruppetto di negri dall'aria minacciosissima, grandi e grossi, uno dei quali, piu' o meno della mia eta', era decisamente, quasi enormemente, corpulento ma si muoveva atleticamente. Dissi a mia moglie, per scherzo: “Ora che abbiamo King Kong come buttafuori, non credo che nessuno turberà la serata, solo un pazzo vorrebbe attirare le attenzioni di quelli lì.”
Quelli del blues club che aiutavano ad organizzare le cose sul palco, portarono una chitarra ed un basso a cinque corde sulla scena. La chitarra era molto bella ed essendo noi vicinissimi, praticamente attaccati, al palco, potei notare che le corde erano di quelle “da culturista”, le migliori per “note tirate” se puoi permettertele fisicamente (a me si sono distaccate più volte parzialmente le unghie dai polpastrelli prima che decidessi che non potevo permettermele) perchè danno un tono ed un sostegno decisamente più potente, anche se rallentano nelle svisate a meno di non essere un mago vero e proprio. Era la ragione per cui John Cipollina usava invece la barra del tremolo: le corde di grosso diametro non sono per tutti.
Improvvisamente qualcuno spense le luci ed il palco fu illuminato dai soli faretti colorati. Quello che avevo chiamato King Kong prese su la chitarra e gli altri i restanti strumenti. Senza una parola e senza frapporre un minuto cominciarono a suonare la loro versione di All Along the Watchtower (una canzone di Bob Dylan famosa sopratutto per la versione di Jimi Hendrix). La mia espressione doveva essere davvero strana, probabilmente con la mandibola a penzoloni, perchè mia moglie pensò di controllare se stavo bene urlandomi in un orecchio cosa ne pensavo. La mia risposta fu lapidaria: “Incredibile!” Dopo un pò ricontrollò chiedendo: “E' solo la mia impressione o questo qui suona quasi bene come Clapton?” Mia moglie sa che Clapton io lo conosco bene e l'ho sentito e visto dal vivo ben tre volte, perciò era una buona pietra di paragone con l'eccellenza (Clapton, comunque la si pensi, e' bravissimo nel suo genere). Probabilmente si aspettava una risposta del tipo “Beh, adesso non esageriamo”, ma invece la mia risposta fu: “Questo suona mooolto meglio di Clapton!” Senza proferire una parola i quattro sul palco proseguirono a suonare con una maestria ed un sentimento difficili da illustrare, rilassati e impegnati allo stesso tempo. Non una nota sbagliata, neanche “debole”, tutto di una pulizia difficile da ottenersi, specie dal vivo. Ogni tanto il bassista, che si dilettava in numeri da saltimbanco mentre suonava passaggi oggettivamente complicati, dava un'occhiata al pubblico e faceva segni con la testa o strizzava un occhio verso quelli che sembravano particolarmente colpiti dalla musica praticamente perfetta che i quattro stavano producendo come dei rulli compressori del Blues.
Come ho detto l'impianto audio non era un granchè, quando suonavano i gruppi precedenti, ma durante l'esibizione di Larry McCray 2 i toni erano perfetti. Anche la voce tonante di Larry era assolutamente eccezionale, e ricordava diversi bluesmen del passato. Le influenze del suo fraseggio alla chitarra erano anche loro molteplici, ma su tutti potevo percepire gli echi di Albert Collins (scoprii dopo che aveva suonato parecchio con lui), Freddie King (scoprii pure che la sorella di Larry andava a lezione da Freddy), Albert King, B.B. King (I tre Re Magi del Blues, insomma) del quale replicava la “farfalla” piu' efficace mai sentita, Magic Sam, e Jimi Hendrix. La sua versione di All Along the Watchtower e' la meglio riuscita mai sentita dopo quelle di Hendrix, provare l'antologia compilata sulla canzone per credere 3.
Dopo lo spettacolo, ormai zombificato, mi aggiravo con la mia birra in mano davanti al palco, non credendo che finalmente, dopo anni, mi fosse capitato di ascoltare qualcuno che sarei andato avanti ad ascoltare per tutta la notte e che muoveva tutte le corde che la musica dovrebbe muovere, specie il Blues. Tom mi destò dallo stato confusionale dicendomi “E' Bravo, Larry, eh?” E mettendo una mano intorno alla mia spalla e a un'altra su quella di mia moglie disse: “Andiamo a parlare un pò con Larry, dai!”.
Detto fatto ci presentò a Larry ed a Mike, il bassista, che si rivelarono affabili, gioviali e veramente interessati a fare quattro chiacchere con noi. Larry con la sua mole imponente, le sue mani grandi come chitarre con dita a forma di salamino, mi stritolò la mano nel presentarsi, ed alla mia reazione – cercavo di vedere se la mano destra era rimasta in parte funzionale – esplose in una fragorosa risata. Quindi cominciammo con i soliti discorsi da bar sulle differenze di pronuncia tra Americani ed Inglesi al che Larry confessò che la sua prima volta al di fuori dagli Stati Uniti, in Inghilterra, non aveva mai sentito nessuno parlare inglese cosi', tanto che continuava a telefonare alla sua famiglia ed a passare inglesi al telefono come esempio di come l'accento fosse deliziosamente bizzarro. Larry, ci disse, sempre nella sua voce stentorea che non aveva evidentemente bisogno di amplificazione per essere sentita ad isolati di distanza, veniva da Detroit, dove aveva fino a non molto tempo fa lavorato come operaio in catena di montaggio alla General Motors. Per anni si era esibito dopo il lavoro prima in un gruppo con altri membri della sua famiglia, ma da qualche anno è musicista a tempo pieno con il suo gruppo e raccoglie consensi che reputo assolutamente meritatissimi. E' un sollievo immenso ascoltare di nuovo un musicista che crede nel suo genere, del quale è un maestro, e che fa tours senza atteggiarsi in alcuna maniera a Dio in terra e rimanendo legato alle sue radici operaie, a differenza di altri che sebbene non siano neanche degni di cambiare le corde della sua chitarra si montano la testa non appena hanno un minimo di pubblico e di vendite (nel caso di Italiani, di solito, anche molto prima).
Dopo il solito scambio di scatti fotografici, indirizzi e facezie varie, appena tornato a casa, feci i compiti davanti al computer che avrei dovuto fare il giorno prima e trovai parecchi filmati su YouTube.
Mi fa veramente piacere presentarlo anche a voi, buon ascolto:
Collegamenti:
[1] http://ilporticodipinto.it/category/classificazione-articoli/musica
[2] http://www.tomattah.com/
[3] http://en.wikipedia.org/wiki/Larry_McCray
[4] http://www.torrentdownloads.me/torrent/1100937/all+along+the+watchtower