Era l'autunno del 1989. Nel mondo stavano accadendo cose terribili.
Il muro di Berlino era caduto. La gente del blocco orientale era riuscita a raggiungere quello Occidente attraverso l'Ungheria. La linea tra est e ovest vacillava. La situazione si stava allontanando dal corso che i governi comunisti del Patto di Varsavia avevano tracciato: che le loro popolazioni dovessero rimanere prigioniere entro i confini del blocco comunista.
Non era chiaro se questo contagio sociale per la libertà si sarebbe diffuso in Cecoslovacchia.
Ma poi arrivò il 17 novembre 1989, un giorno impresso nella storia, il giorno degli studenti. Una festa nazionale e tutto doveva essere chiuso, ma alcune persone erano agitate per le precedenti azioni del governo che molti consideravano abusi.
Quando il governo diede alla gente della Cecoslovacchia quel giorno libero, fu come una miccia: la piccola fiamma divenne grande.
Fu una rivoluzione nota per la mancanza di spargimenti di sangue. La Rivoluzione di velluto, la chiamiamo oggi. La gente, a perdita d'occhio, si radunò in una gigantesca piazza a Praga e chiese la cacciata del loro governo.
Di fronte all'idea che dire parole sbagliate potesse essere frainteso, proprio come in America oggi, le persone non fecero ricorso a parole di sfida o di disprezzo. Tirarono fuori le chiavi dalle tasche e le fecero tintinnare.
Il messaggio era chiaro.
Immaginate decine di migliaia di persone che fanno tintinnare le loro chiavi contemporaneamente.
Immaginate l'orrore che vi riempirebbe, come membro del governo comunista, guardare fuori dalla finestra una folla, visibile a perdita d'occhio, e sapere che quel tintinnio viene emesso da ogni individuo, diventando un suono orribile all'unisono.
Cosa avrebbe potuto immaginare un ministro del governo, seduto alla scrivania, con vista sulla piazza?
Inquietante, minaccioso. Quanto orribile deve essere stato sbirciare fuori da quella finestra. Il giorno della resa dei conti era finalmente arrivato.
In quel momento c'era spazio per una sola domanda: qual è l'ultimo pensiero che passa attraverso la testa di un tiranno? Questo è il pensiero che balenò loro in mente quando si resero conto di quel suono: la resa dei conti. Era finalmente arrivata. I ministri del governo stavano pensando a questo mentre le chiavi tintinnavano?
Il popolo della Cecoslovacchia rimase in gran parte pacifico.
Entro la fine dell'anno il dissidente ceco Vaclav Havel, che era stato in prigione all'inizio di quell'anno, si sarebbe insediato nel Castello di Praga. L'amato Alexander Dubcek, l'eroe slovacco della primavera di Praga del 1968, sarebbe stato il suo braccio destro.
L'attuale risposta dello stato americano, per certi versi, va oltre persino il comunismo dell'URSS. In realtà i sovietici volevano che la loro economia funzionasse, volevano battere l'Occidente. Le chiese rimasero aperte e rimasero una parte importante della società, sia per uso politico, sia perché la gente non avrebbe voluto diversamente.
Ma proprio come i comunisti dell'Europa orientale non si arresero fino a quando non furono costretti a farlo, i lockdown di oggi non si fermeranno a meno che i funzionari statali non temeranno la resistenza.
C'è una possibilità in questo momento, con molti americani infelici e molti disoccupati, proprio come il Giorno degli Studenti il 17 novembre 1989, per dire al governo: "Basta!".
Saranno presi a pedate? Sarà pacifica? Non lo so. Solo il tempo ce lo dirà.
Ma è tempo che tutto questo finisca. E ogni giorno sempre più persone si arrabbiano perché si accorgono di essere state ingannate, mentre assistono alla distruzione di massa del loro Paese nella primavera del 2020.
Non fu il tintinnio delle chiavi nel 1989 che convinse i comunisti malvagi a farsi da parte. Fu la minaccia di ciò che tutte quelle persone che tintinnavano le chiavi potessero fare se quelli al potere non si fossero fatti da parte.
L'influenza politica dipende fortemente dai tempi. Alcuni di quei comunisti che hanno saputo quando farsi da parte, che hanno saputo scusarsi, hanno avuto una carriera prosperosa anche dopo la rivoluzione, alcuni fino ad oggi.
In netto contrasto, il 25 dicembre 1989 Nicolae Ceausescu, molto più testardo, fu messo a morte da un plotone di esecuzione.
Abbiamo raggiunto un punto in cui i funzionari statali devono ancora ammettere che esiste un costo reale in termini di vita e salute che comporta il lockdown dell'economia. E questi stessi politici ed esperti devono ancora dimostrare che i benefici dei loro lockdown sono superiori ai costi imposti. I modelli si sono dimostrati sbagliati [4].
Tutti hanno diritto a sbagliare, ma perseverare nello stesso errore, distruggendo vite umane, è inaccettabile.
Nella mia vita quotidiana sto vedendo sempre di più che questo Paese si sta trasformando in una polveriera che i vari leader, eletti e non eletti, non possono neanche immaginare e con cui non devono giocare. Farlo è pericoloso per tutti noi.
Non il prossimo mese, non la prossima settimana, non domani. Oggi è il giorno in cui devono fermarsi i lockdown imposti dagli stati.
Traduzione per il Portico Dipinto a cura di Johnny Contanti. Articolo originale di Allan Stevo [5].
Collegamenti:
[1] http://ilporticodipinto.it/category/classificazione-articoli/cecoslovacchia
[2] http://ilporticodipinto.it/category/classificazione-articoli/stato
[3] http://ilporticodipinto.it/category/classificazione-articoli/storia
[4] https://www.professorhinkley.com/blog/why-is-oregon-still-on-lock-down
[5] https://mises.org/power-market/new-covid-19-authoritarians-will-only-give-power-if-they-fear-blowback