Riprendiamo il discorso lasciato nei precedenti post dedicati a due inchieste sul nucleare italiano [6] e su quello francese [7].
Torniamo vicino a casa nostra e parliamo delle scorie radioattive piemontesi, fulgido esempio di come i bei discorsi teorici sulla sicurezza del nucleare si infrangono contro la dura realtà delle cose.
Il problema fondamentale è che non sappiamo dove e come stoccare in sicurezza le scorie prodotte nei decenni passati. E non lo sappiamo per un motivo molto semplice, cioè che "stoccare scorie in sicurezza" è un ossimoro, una condizione irrealizzabile, nonostante politici e "tecnici" di ogni parte si sforzino continuamente di farci credere il contrario.
Propongo qui un estratto da Report del 2 novembre 2008, riguardante la situazione attuale dei depositi di scorie nucleari in Piemonte.
L'esperto Giampiero Godio è stato intervistato anche dal gruppo di Beppe Grillo: nel video che segue illustra le criticità dei siti nucleari piemontesi e la situazione non certo rassicurante che permane tutt'oggi.
Stoccare le scorie in sicurezza: era questo il fine ultimo anche del gruppo di geologi che alla fine degli anni '70 ha garantito come sicuro il sito di Asse, in Germania, per stoccare 126.000 fusti radioattivi. Salvo poi ricredersi quando "l'impossibile" si è verificato.
Rendersi conto che non viviamo nel regno delle fiabe è sempre doloroso.
(Estratto da Report, 29 marzo 2009).
Collegamenti:
[1] http://ilporticodipinto.it/category/classificazione-articoli/ambiente
[2] http://ilporticodipinto.it/category/classificazione-articoli/effettoloto
[3] http://ilporticodipinto.it/category/classificazione-articoli/nucleare
[4] http://ilporticodipinto.it/category/classificazione-articoli/salute
[5] http://ilporticodipinto.it/video
[6] http://ilporticodipinto.it/content/nucleare-scorie-radioattive-e-altre-quisquilie-1
[7] http://ilporticodipinto.it/content/nucleare-scorie-radioattive-e-altre-quisquilie-2