L'arrivo di una simile pellicola nel mercato è un evento insospettabile, estraniante e decisamente farebbe pensare a qualcosa di improponibile. Il film infatti, nel mettere in scena la crisi del 2008 che è partita dall'esplosione della bolla immobiliare negli Stati Uniti e si è poi diffusa nel resto del mondo devastando i mercati internazionali, tenta un azzardo cinematografico non da poco: spiegare l'economia al grande pubblico che mediamente ha un livello di attenzione e capacità critica molto basso.
L'opera si muove su due livelli: il primo prettamente didattico che si propone di spiegare ciò che è accaduto e come funziona quella follia economica riempita di termini e concetti astrusi creati ad hoc per renderla incomprensibile alle masse, e lo fa inserendo siparietti in cui varie celebrità che interpretano sè stesse, utilizzano metafore e storielle per rendere semplici e far capire i concetti fondamentali.
E un secondo livello in cui si stende un trattato sulla percezione della realtà che ha il popolo e sulla manipolazione di quella realtà che viene trasformata dai media in un mondo virtuale finto come la fattoria del Mulino Bianco.
Già così sarebbe difficile rendere efficace e fruibile un documentario che solitamente è rivolto a un pubblico di nicchia, ma come conciliare il tutto in un film che arriva nelle sale e deve catturare l'attenzione di una massa abituata ai supereroi della Marvel?
Qui entra in gioco la bravura del regista Adam McKay da cui traspare tutta la sua voglia di fare informazione e sbattere la verità in faccia alla gente. Nell'operazione vengono coinvolti quattro attori da traino in grado di richiamare il pubblico: due dediti alla commedia ma visti recentemente e con successo in ruoli impegnati e due superstar come Christian Bale e Brad Pitt qui anche in veste di produttore. La sceneggiatura viene condita con una forte vena di feroce ironia e con dialoghi molto efficaci; la messa in scena è molto "pulp" come se assistessimo a un thriller.
Il risultato finale è che se anche a una prima visione si rischia di non capire proprio tutto, l'interesse è assicurato e la voglia di vedere come va a finire accompagna lo spettatore per tutta la lunghezza del film.
Una delle cose straordinarie oltre a una prova attoriale davvero strepitosa è la capacità di disseminare durante il film battute, messaggi veloci, sequenze brevi, che possono colpire in modo molto efficace il pubblico obbligandolo a riflettere.
C'è l'idea che il regista utilizzi sapientemente la cultura di massa per fare breccia nella gente ed ecco quindi dei personaggi goffi, divertenti, che fanno ridere ma che dichiaratamente ci stanno dicendo che si parla molto seriamente di fatti gravissimi che toccano la vita di tutti.
Una formula strana ma che a nostro avviso funziona molto bene. Di cinema come questo se ne sente il bisogno perchè è in grado di piacere a tutti e non soltanto a chi è già informato o interessato a capire.
Se abbiamo sempre assistito all'uso dei media per abbassare il livello critico e culturale delle masse con la scusa del: "E' ciò che la gente vuole"; utilizzare quei meccanismi al contrario per catturare l'interesse e obbligare a riflettere sembra piuttosto rivoluzionario.
Film quanto mai attuale (ciò che racconta non è finito certo nel 2008) ha il merito di aver portato sul grande schermo le bolle finanziare di wall street e di rendere reale, corporeo, ciò che quotidianamente ci passa sotto agli occhi senza che ne abbiamo la benchè minima percezione se non quando ci rendiamo conto che non riusciamo più a sopravvivere.
Un film didattico certo, ma che utilizza sapientemente il concetto di "intrattenimento" come arma per ragiungere il pubblico.
Da non perdere.
P.S. Il trailer qui sotto evidentemente è stato messo assieme da uno dei dementi citati nel film e non rende giustizia al film stesso. Uno dei rari casi in cui il trailer fa sembrare il film una mezza ciofeca