Annuncio pubblico del GEAB N°64, 16 Aprile, 2012
Partendo dall'invasione dell'Iraq da parte degli Stati Uniti, nel 2003, continuando con l’attacco anglosassone contro l'Euro nel 2010/2011, con quello alla Libia nel 2011, con il tentativo, all’inizio del 2012, di far rieleggere Nicolas Sarkozy, e poi con il possibile attacco Israelo-Americano contro l'Iran, ... questi ultimi anni ci hanno fatto vedere l’impressionante rimonta di ciò che in precedenza era stato chiamato "agitprop" (sul lato sovietico), o "psy-ops" (sul lato degli Stati Uniti)
Con quest’anticipazione sull'evoluzione del mercato immobiliare-residenziale canadese, dimostriamo che le politiche economiche "miracolose" non sono altro che un miraggio basato sull’eccessivo indebitamento privato, che in questo caso ha creato una gigantesca bolla immobiliare, in procinto di scoppiare.
Con il 74% degli intervistati (contro il 71% di Marzo) che si aspettano una grande caduta del Dollaro per i prossimi mesi, assistiamo alla continua crescita dei pareri negativi sul futuro della moneta degli Stati Uniti.
La vittoria di François Hollande darà inizio ad una serie di sconvolgimenti strategici che influenzeranno pesantemente l'Europa, e che accelereranno in modo significativo i cambiamenti geopolitici mondiali, in corso dall'inizio della crisi, nel 2008.
Come avevamo previsto fin dal Novembre del 2010 (GEAB N. 49), il candidato socialista1, in questo caso François Hollande, vincerà le elezioni presidenziali francesi del 20122. E’ ancora aperta la questione relativa al primo turno di queste elezioni, ovvero se sarà Nicolas Sarkozy, il presidente uscente, ad essere in testa, oppure se si troverà dietro a Marine Le Pen (possibilità, questa, che faceva parte della previsione del Novembre 2010)3. Anticipiamo quindi le conseguenze di questa elezione per la Francia, per Eurolandia, per l'UE e per le istituzioni mondiali (NATO, G20, Euro-BRICS), perché essa è de facto molto più importante, per il progresso del mondo attuale (in piena transizione a causa della crisi mondiale), delle prossime elezioni americane, che vedranno Barack Obama e Mitt Romney scontrarsi fra di loro in un testa a testa (entrambi i candidati sono finanziati massicciamente da Wall Street), nel contesto della paralisi generale del sistema politico degli Stati Uniti.4
Paralisi politica degli Stati Uniti: distribuzione degli elettori fra i partiti maggiori - Fonte: RabaReview, 04/2011
In questo numero, oltre alle importanti conseguenze nazionali, europee ed internazionali di questo terremoto repubblicano che colpirà la Francia, anticiperemo in dettaglio l’imminente caduta del mercato canadese degli immobili residenziali. Parleremo, inoltre, di uno strumento metodologico, molto utile nell'anticipazione politica, per decifrare i tentativi di controllo dell'opinione pubblica. In aggiunta, le nostre raccomandazioni faranno riferimento, questo mese, alle vicende dei Dollari australiani e neozelandesi, allo sviluppo del grande attacco fiscale contro i centri finanziari, all’andamento dei mercati azionari mondiali, ed al prossimo ampio sviluppo delle reazioni di Eurolandia di fronte agli attacchi speculativi.
In questo comunicato, abbiamo scelto di presentare un estratto riguardo le conseguenze geopolitiche nel mondo, relative al cambiamento di potere in Francia.
Per il nostro team, la vittoria di François Hollande darà davvero inizio a sconvolgimenti strategici che influenzeranno pesantemente l'Europa, ed accelereranno in modo significativo i cambiamenti geopolitici in corso a livello mondiale dall'inizio della crisi, nel 2008. I risultati e le conseguenze delle elezioni presidenziali francesi (e di quelle legislative che seguiranno nel prossimo Giugno) avranno molta più importanza rispetto a quelli delle prossime elezioni presidenziali americane, nel Novembre del 2012. In effetti la Francia, pur essendo un paese molto meno importante degli Stati Uniti, occupa una posizione strategica, sia in Europa che a livello mondiale (in particolare grazie al suo ruolo intra-europeo), che ne fa un soggetto-chiave nella nascita del "mondo dopo la crisi", per parafrasare il titolo del libro di Franck Biancheri. E l'elezione di François Hollande, che ha idee molto chiare sul ruolo dell'Europa (e della Francia in Europa), e che vuole esplorare le possibilità di partnership con le nuove potenze emergenti (BRICS), creerà un’importante rottura con l'assenza di visione e di strategia europea dei cinque anni di presidenza di Nicolas Sarkozy, caratterizzati essenzialmente dalla fedeltà, senza precedenti nella storia recente del Paese, al potere dominante degli Stati Uniti,5 e dall’incondizionata integrazione con l’asse Washington/Tel Aviv, riguardo i grandi e fondamentali problemi geopolitici6. La Francia era scomparsa, nel mondo di questi ultimi cinque anni7,mentre ora è sul punto di fare un sensazionale ritorno8, al di là della personalità del futuro presidente9.
In termini globali, LEAP/E2020 sottolinea due importanti tendenze, che caratterizzeranno i primi due anni del nuovo governo francese:
François Hollande è stato molto discreto per quanto riguarda la politica estera perché, in primo luogo, essa non è, in queste elezioni, al centro delle preoccupazioni dei francesi, ed in secondo luogo perché, in questo settore, non si annunciano in anticipo modifiche sostanziali. Ci sono molte ragioni per farle, e la loro attuazione non sarebbe probabilmente tale da creare difficoltà in un'opinione pubblica che, generalmente, si sente tradita dalla fedeltà americanista del periodo di Sarkozy, ma in effetti non c’è alcun motivo per affrettarsi.
Come già annunciato, sulla questione della reintegrazione della Francia nella NATO10 egli si baserà sulla valutazione obiettiva dei vantaggi e degli svantaggi relativi a questa decisione. Il risultato è noto in anticipo, perché il presidente uscente non ha negoziato alcunché (e quindi non ha ottenuto nulla) in cambio del ritorno della Francia nell’Alleanza Atlantica. Ci sarà quindi un’azione condotta su due piani: la richiesta d’importanti incarichi militari per la Francia, in ambito NATO, e l'avvio, al più tardi entro il 2015, di un sistema di difesa europeo, esterno, ma collegato, alla NATO.
La Francia potrà contare sul sostegno della maggioranza dei paesi dell'Europa continentale, definitivamente convinti dalle avventure libiche ed afgane della necessità di cambiamenti radicali in seno all'Alleanza Atlantica, e sull’aumento del budget militare da parte degli europei (perché questi possano assumersi i costi della propria difesa). Gli Stati Uniti, di fronte alla drastica riduzione del loro budget militare, accetteranno il fatto, possa loro piacere o meno. Solo il Regno Unito si opporrà a questo sistema di difesa europeo, prima di entrare a farne parte, poiché non ha più le risorse finanziarie, militari e diplomatiche per poter attuare delle politiche proprie.
Importazioni nette di petrolio (EU, USA, Cina, Giappone) (in arancione: 2000-2010, media in miliardi di USD/in rosso: 2012, proiezione in miliardi USD/in blu: in % del PIL) - Fonte: IEA/FT, 03/2012
In termini globali la Francia, seguendo la Germania (che è già impegnata nel processo diplomatico di cooperazione con i BRICS), adotterà un approccio di tipo strategico, con un ragionamento “eurolandico”, che avrà lo scopo di elaborare i punti comuni per l’azione Euro-BRICS11 a livello di organizzazioni internazionali (riforma del FMI, del Consiglio di Sicurezza dell'ONU ...)12e, soprattutto, per la fondamentale riforma del sistema monetario internazionale (il problema della sostituzione del Dollaro statunitense come pilastro del sistema). Il vertice G20 di Mosca, nella prima metà del 2013, segnerà il primo successo di quest’evoluzione.
Nell’impegnarsi su queste due azioni (si può comunque supporre che ce ne saranno di più), il nuovo governo francese, con un esemplare approccio di tipo europeo, avrà così contribuito in maniera determinante allo sviluppo della governance del mondo post-crisi.
Traduzione di Franco per il Portico Dipinto [2]
Collegamenti:
[1] http://ilporticodipinto.it/economia
[2] http://ilporticodipinto.it/geab