Oliver Stone durante la sua carriera ha realizzato autentiche espressioni di grande cinema (JFK, Nato il 4 luglio…) e alcuni passi falsi piuttosto mediocri (World Trade Center, Alexander…). E' stato criticato talvolta arbitrariamente da schieramenti opposti (chi lo vedeva servo del sistema e chi, al contrario, lo giudicava come un ribelle), ma indubbiamente è un personaggio che si è spesso esposto in prima persona rischiando di suo: JFK ha avuto il merito di far riaprire, sotto la spinta del pubblico, le indagini su Kennedy e ha obbligato in tempi recenti la macchina della propaganda a rimettersi in moto producendo una quantità notevole di nuovi prodotti che raccontano la stessa storia riaffermando però la tesi del pazzo solitario. Le sue dichiarazioni su Israele inoltre, hanno sollevato un vespaio di polemiche obbligandolo a delle scuse pubbliche se voleva continuare a lavorare.
Sicuramente un personaggio contro ma anche controverso che però ha firmato opere importanti pur vivendo periodi altalenanti e avendo una sua ideologia ed esperienza di vita che è spesso finita nei suoi film.
Con la storia di Edward Snowden ritroviamo l'Oliver Stone migliore, quello in grado di colpire a fondo con un film importante quanto necessario. Torna l'Oliver Stone polemico, apertamente critico nei confronti del sistema che utilizza una delle storie più inquietanti e importanti degli ultimi anni che non è stata ben compresa da tutti nelle sue implicazioni. Ecco perché il film di Stone è importante: usando il mezzo cinematografico con la sua capacità di raggiungere il grande pubblico, realizza il suo pezzo di informazione facendo capire alle masse l'importanza e la gravità della vicenda di questo giovane hacker che in una profonda crisi etica decide di fare la cosa giusta anche se questo significa mettersi contro il proprio governo. Il film fa capire molto chiaramente che questo è ciò che dovrebbe fare ogni cittadino perché è il fondamento della costituzione americana.
Un segnale forte, senza mezzi termini, che Stone non ha paura di mostrare nel suo film. La sua tendenza a dipingere i protagonisti dei suoi film come autentici eroi spinti da profondi ideali, e che si battono contro un titano assumendosi enormi rischi e compromettendo la propria vita (vedi il Garrison di JFK o il Kovic di Nato il 4 Luglio), torna anche nella figura di Snowden. Che sia del tutto realistica o no questa immagine non è poi così importante perché gli eroi di Stone sono uomini che spesso cambiano idea rispetto al “prima”, hanno un risveglio di coscienza, comprendono che le cose sono diverse da come hanno sempre pensato, sono in conflitto.
Ciò che conta, è che nell'universo del cinema attuale americano che vuole normalizzare e far accettare l'orrore o l'inaccettabile, il film di Stone si piazza come argine andando a rinforzare con la sua natura di blockbuster, quei mattoni del cinema indipendente altrettanto importanti che però hanno una distribuzione limitata e quindi un impatto minore.
C'è da dire che l'uscita del film di Stone ha un tempismo forse inaspettato, perché nel momento in cui il mainstream americano sta dipingendo la Russia come il nuovo uomo nero a cui attribuire ogni nefandezza compresi i brogli elettorali, Snowden la mostra come l'unico paese in grado di ospitare un uomo che ha fatto la cosa giusta e che invece di essere premiato come un eroe in patria, è stato trattato come un criminale da eliminare.
In un momento di buio informativo dove molte persone probabilmente nemmeno conoscono la storia di Snowden o le implicazioni che porta con se, si tratta di un film necessario che può spingere molti a informarsi meglio o quantomeno invitarli a riflettere. Bravo Stone.