Che il Pentagono e Washington avessero un ufficio aperto con Hollywood al fine di produrre un cinema di propaganda che vendesse una certa immagine dell'America al mondo intero era cosa nota , ma che una certa critica di rilievo nostrana si sbilanciasse a definire questa vaccata colossale come un: "robusto film di puro intrattenimento superiore alla media del desolante panorama attuale delle pellicole sui generis statunitensi", riuscendo pure a trovarci molti colpi di scena degni di interesse e un finale libero dagli stereotipi di rito, fa sospettare che pure gli europei si siano ormai bevuti del tutto il cervello.
Si perchè una definizione del genere è paradossale almeno quanto potrebbe esserlo affermare che se spruzzi due gocce di chanel N5 su una cacchetta, questa odorerà di fresco e pulito emanando un'aura di sensualità come le immagini retrò di Marylin Monroe sembrano suggerire.
Intendiamoci: dal punto di vista del ritmo e della grammatica cinematografica il film regge; d'altra parte dietro alla macchina da presa troviamo il veterano Noyce che già aveva ereditato da John McTiernan le avventure dello 007 americano Jack Ryan dei romanzi di Tom Clancy. Rispetto quindi alle troppe e onestamente incomprensibili oscenità da 100 milioni di dollari che si vedono di questi tempi, in cui è palese l'incapacità di registi e montatori che dimostrano di non conoscere le basi stesse del loro lavoro, producendo pellicole che contengono errori talmente grossolani da risultare imbarazzanti, qui ci troviamo davanti a una pellicola fatta con mestiere.
E anche se personalmente Philip Noyce non ci è mai piaciuto perchè troppo anonimo e impersonale come regista, ciò che lascia completamente basiti di questo film è la sceneggiatura. Una storia affidata a quel Kurt Wimmer autore di vari script non proprio indimenticabili (l'ultimo riguarda il nuovo rifacimento del fantascientifico "Atto di forza" [total recall] in uscita a breve), che aveva avuto un promettente exploit dirigendo l'interessante "Equilibrium", regalandoci subito dopo però, l'orrido "Ultraviolet".
Vedendo il film sorge spontanea una domanda: ma Kurt Wimmer si è limitato a scrivere "su ordinazione", dove il committente lo possiamo identificare in quel famoso ufficio al Pentagono? Oppure si è compiaciuto di se stesso ideando quella che, a tutti gli effetti, sembra una vera presa per i fondelli dello spettatore? Della serie: tanto ormai vi bevete tutto, buttate giù anche questa.
La magia del cinema in fondo, non è altro che la bravura del regista di far sospendere il giudizio critico al suo pubblico. Nel momento in cui lo spettatore in sala dimentica che sta assistendo a una finzione, e crede a ciò che vede sullo schermo, inizia ad emozionarsi, a partecipare e lo scopo del regista/illusionista è stato raggiunto.
Ma c'è un limite a tutto: possiamo credere per un'ora e mezza a uno scimmione alto come un palazzo che si innamora della bella di turno, ma se qualcuno volesse farci credere che Emilio Fede è un comunista stalinista, probabilmente finiremmo di ridere l'anno prossimo.
Andiamo allora a vedere quali sono gli elementi chiave di questa storia:
1. I russi sono tornati ad essere il nemico numero uno degli stati uniti; non c'è niente da fare, il loro ideale di vità è tornare a mangiare i bambini e far risorgere Stalin. Gli agenti segreti russi poi, sono tutti più cattivi del male stesso, sembrano degli avanzi di galera (tranne la protagonista che pare uscita dall'ultima pubblicità del sapone Camay, e poi capiremo il perchè), sono spietati, sadici, ammazzano a sangue freddo, ridono nel farlo, e hanno l'aspetto di barboni appena sbarcati dall'albania. (Ci credete davvero o avete già iniziato a ridere?)
2. Per contro, gli agenti segreti americani, sono duri ma puri, sempre eleganti si vestono da armani; hanno facce da bravi ragazzi e sono talmente buoni da risultare addirittura stupidi, inadeguati davanti alle spietate macchine da guerra sovietiche. Posseggono un vero spirito missionario e sono in missione per conto di Dio. Qualsiasi cosa facciano pensano sempre prima agli altri. (E pure questo non fa una piega nel paese dei balocchi)
3. La protagonista è un'agente segreto della cia da molti anni, uno dei migliori. In realtà, lo scopriremo durante il film, è una spia russa infiltrata; un'agente dormiente addestrata fin dalla nascita (infatti in Russia rapiscono i neonati per trasformarli in automi da combattimento) con un programma di controllo mentale e pronta ad entrare in azione, attivandosi in qualsiasi momento. Ed ecco il colpo di scena suggerito direttamente da Walt Disney durante una seduta spiritica a Hollywood: si scoprirà in realtà che è diventata buona; è dei nostri ora. Milioni di rubli e un efficente programma di controllo mentale sono andati in fumo perchè durante gli anni della sua vita da infiltrata, la bella spia si è innamorata di una "faccia da pane comune" di entomologo tedesco, che dopo averci regalato il vuoto della sua inespressività con due inquadrature di numero, viene tolto di mezzo dai cattivoni russi (L'unico scopo di questo personaggio fantasma sembra essere quello di giustificare il fatto che la nostra Mata Hari ha una tarantola che gira per casa e che manco a dirlo servirà a sventare il piano dei colleghi cattivoni). E' bastata quindi una scopata e due pranzi da MacDonald per trasformare una macchina programmata a distruggere l'america in una ragazza casa, chiesa e famiglia che vuole soltanto vivere il suo sogno americano. (Come va? Siete ancora in piedi?)
4. Ovviamente gli americani di programmi di controllo mentale non ne sanno niente; loro queste cose non le fanno (Avete cominciato a rotolare?)
5. Ciliegina sulla torta parte prima: con estrema nonchalance, all'inizio del film ci viene raccontato come Lee Harvey Oswald (si proprio lui, avete capito bene) era in realtà una spia sovietica addestrata anch'essa con programmi di controllo mentale e così efficente che di fatto ha ammazzato il presidente Kennedy tutto da solo. (Questa vale tutto il film)
6. Ciliegina sulla torta parte seconda: I russi, per distruggere gli Stati Uniti vogliono attaccare l'Iran con un paio di bombe atomiche, provocare qualche milionata di morti, e far ricadere la colpa sugli americani (che mai hanno avuto intenzione di prendersela con gli iraniani... Ma Kurt Wimmer lo ha visto qualche telegiornale o legge soltanto l'eco di Topolinia?) che in questo modo si troveranno attaccati da una miliardata di mussulmani inferociti.
Alla fine delle risate però un sospetto si insinua sotto forma di un pensiero inquietante: Non è che chi produce questi film sa che per quanto imbecilli scaveranno un solco nel cervello della gente che con gli anni diventerà una convinzione, un'idea, un'opinione?
In fondo, c'è gente ancora convinta che i cowboy erano i buoni e si vestivano con i lustrini mentre gli indiani erano selvaggi, violenti , stupratori e cattivi. Ed erano capitati in america per distruggere i sogni di libertà dei coloni bianchi.