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Addio alla Libertà

di Alasdair Macleod1

La razza umana, nella sua forma economica più avanzata, sta commettendo l'eutanasia. Gli Stati Uniti, il Regno Unito, l'Europa e il Giappone stanno tutti implementando politiche economiche che in ultima analisi risulteranno nella completa distruzione delle loro monete; e se si distrugge il mezzo di scambio di beni e servizi, la gente morirà di fame. La classe politica e gli enti governativi sono scivolati sempre di più in questa tragedia. Lungi dall'essere la mano che guida la società, sono i suoi distruttori.

Noi tutti guardiamo allo stato affinché fornisca quello che ci procuravamo da soli, nella convinzione ingenua che sia il nostro servo, che abbia a cuore i nostri interessi, e che possa mantenere le sue promesse. Collettivamente abbiamo scelto di non cooperare, ma di disintegrare e distruggere la società stessa. Siamo circondati da tante idee sbagliate su dove si trovino i nostri veri interessi che abbiamo completamente perso la bussola. Siamo stati testimoni di altre nazioni che hanno distrutto le proprie strutture economiche e sociali, e non vediamo che sta accadendo la stessa a cosa a noi.

Quando siamo di fronte alla realtà, la neghiamo. Lo stato controlla il denaro e i prezzi. Rende il calcolo economico privo di significato. Prende la nostra proprietà in nome del bene comune affinché ne possa disporre come meglio creda. Non c'è nulla di nuovo in questo: Keynes stesso sosteneva l'eutanasia del risparmiatore nella sua General Theory, che è il vademecum di ogni economista neo-classico. Sosteneva che bisognasse sostituire l'investitore privo di funzioni con il capitale senza limiti dello stato, e perfino porre un tetto ai profitti dell'imprenditore. Abbiamo seguito i grandi errori di Keynes per 90 anni. Il suo punto di vista è la nostra triste realtà.

Il costo è il nostro impoverimento e la perdita della libertà. Lo stato ci valuta solo per il nostro contributo alla sua fame. Ci deve controllare per il nostro bene. Lo stato non teme per sé stesso fino a quando non vi è più ricchezza da sequestrare e nessuna libertà rimasta con cui noi possiamo perseguire obiettivi non statalisti.

Tutti gli stati sono a corto di soldi dei loro cittadini. Insieme, stanno distruggendo il loro capitale ad un ritmo accelerato, in modo che possano sopravvivere. Si basano sulla pianificazione reciproca nella convinzione errata che li salverà, quando invece l'unica possibilità affinché uno stato possa sopravvivere e prosperare è quella di smettere di cospirare e affrontare i problemi scaturiti dal suo comportamento.

Invece, l'anno prossimo – quando gli stati più deboli inizieranno a crollare sotto i colpi del martello della realtà economica – quando non riusciranno a nascondere il fallimento dei loro sistemi bancari, gli stati più forti sequestreranno le residue risorse dei propri cittadini per sostenerli, come la Germania sta facendo oggi al suo popolo.

Per parafrasare Macbeth al suo punto più basso: si tratta di un racconto, pieno di strepito e di furore, che distrugge tutto.

Traduzione per il Portico Dipinto a cura di Johnny Contanti.