Skip to main content

Un popolo col calzino

Vivendo all'estero, ci si chiede spesso quali siano veramente le differenze tra noi e "loro" e se siano insormontabili o meno; vivendo insieme ad una donna cui si debbono insegnare le basi della civiltà, tipo che la pasta si butta nell'acqua quando questa bolle e non quando è fredda, viene naturale chiedersi quali attriti sorgeranno in futuro. Insomma, niente è dato per scontato e ogni giorno ci si trova a respirare a fondo e cercare di spiegarsi a vicenda cose che sarebbero altrimenti scontate.

A un po' di conclusioni sono arrivato. Per esempio, che sui grandi temi dell'umanità più o meno ci si trova sempre tutti d'accordo. Italiani, tedeschi, turchi, americani, australiani... difficilmente ci si trova in disaccordo sulle cose importanti. Le differenze di vedute non saranno molto diverse da quelle che si avrebbero con un connazionale. Il problema sono le piccole cose del quotidiano. E' lì che le distanze si fanno abissali.

Prendete i calzini, per esempio. Nella nostra società, gli abiti svolgono due funzioni di base: proteggere il corpo dall'ambiente e comunicare il proprio status sociale agli altri individui. Di solito, questi due elementi si trovano mischiati in parti diverse, a seconda dell'occasione: alla prima della Scala prevarrà l'elemento sociale, in una fabbrica prevarrà quello funzionale. Normalmente questo vale anche per i calzini. Ad esempio io d'inverno porto calzini neri rigorosamente lunghi fino sotto al ginocchio. Da un lato essi mi tengono caldo, dall'altro rispondono ad esigenze estetiche di base che obbligano i maschi maggiorenni a indossare calzini lunghi e scuri. Ora, se voi provate a spiegare questo semplice fatto ad un tedesco, sarà del tutto impossibile fargli comprendere quello di cui state parlando. Non è che lui, o lei, ribatta che non gli interessa essere vestito bene, o che i calzini di spugna bianca sono bellissimi o che gode nell'esibire il polpaccetto bianco striato di pelo rosso. No, è che proprio non capisce cosa stiate dicendo. Perché per i tedeschi i calzini non hanno uno scopo né funzionale né sociale, per cui il calzino è un indumento buona per tutte le stagioni, da indossare da gennaio a dicembre, che non si eleva se non pochi centimetri sopra la caviglia e che quindi – in definitiva – non protegge dal freddo né si intona al reso dell'abbigliamento. E' semplicemente una cosa che sta lì intuile come l'appendice, probabilmente (ma è solo una mia supposizione) per evitare l'attrito tra la pelle e la scarpa.

Tutto ciò porta all'inevitabile domanda che chiunque abbia trascorso le vacanze sulle coste dell'Adriatico o in riva al Garda si è posto: perché portare i sandali con i calzini? In questa domanda sta tutta la differenza culturale tra noi e loro, perché a questa domanda non riuscirete mai a trovare risposta. Se chiedete, il dialogo che ne risulta sarà qualcosa del genere:

  • Ma perché portate i sandali coi calzini?

  • Perché fa freddo

  • Ma allora mettetevi le scarpe

  • Ma fa caldo

  • Ma allora toglietevi i calzini

  • Ma fa freddo

  • Allora mettetevi le scarpe

  • Ma fa caldo

E si va avanti così all'infinito. Forse qualcuno ha in mente che i sandali col calzino siano l'espressione di una certà anzianità del turismo tedesco. No. ll sandalo col calzino fa parte del sistema educativo, come da noi era il catechismo. Quando in autunno le scolaresche si muovono a branchi per la città (non so perché non stiano in classe in autunno, ma tant'è) tutti i bambini sotto i dieci anni sfoggiano il loro sandaletto abbinato al calzino di spugna bianco. Perchè? Inspiegabile. Finché il tempo è bello, i frugoletti avranno caldo, e quindi indossare i sandali non serve a niente, perché la loro funzione viene annullata dal calzino. C'è un solo motivo per cui possano voler tenere i piedi al caldo, e questo motivo si chiama pioggia. Solo che se piove e ai piedi avete dei calzini di spugna, assorbirete tutta l'acqua che cade dal cielo, mantenendo la temperatura dei vostri piedi vicina allo zero.

Come ben si vede, non c'è alcun motivo pratico per calzare sandali e calzini. Ci sono solo svantaggi, a prescindere da quale tempo faccia. Perché lo fanno, allora? Non lo so, perché per loro è talmente ovvio fare una cosa del genere che non riescono a spiegartene il motivo, mentre per me è talmente illogico da non riuscire a spiegarmelo, e alla fine tocca di rimanere ognuno della propria idea.

Altri esempi, in cucina. Se non avete una lavastoviglie, sarete costretti a lavare i piatti a mano (o a comprare stoviglie di plast... oh no, dimenticavo: qui le stoviglie di plastica quasi non esistono, esistono solo delle rarissime, costosissime stoviglie di carta inutilmente destinate a bucarsi). Anche in questo caso, cosa fareste voi per lavare a mano? Lavo col sapone, strofino bene, risciacquo e metto ad asciugare. Per il tedesco invece la cosa è più semplice. Metto due dita d'acqua nel lavello (che l'acqua costa), metto due gocce di sapone per piatti (non so perché così poche, credo per risparmiare), lavo col sapone e metto ad asciugare. Se non siete distratti, avrete visto che manca un passaggio abbastanza importante. Perché qui in Germania non si risciacquano i piatti. Per risparmiare acqua. Voi passate la spugnetta sopra il piatto, fate in modo che il sapone sollevi lo sporco dal piatto e, invece di lavarlo via, lo lasciate lì. Così se prima avevate un piatto sporco, ora avete un piatto sporco con del sapone sopra. E pregate soltanto che la gravità si porti via il tutto prima che riappoggiate la bocca lì sopra.

Anche in questo caso, non serve a niente cercare di ragionare. Essi non comprendono perché voi buttiate via così tanta acqua (che in Germania è rarissima, visto che piove ogni giorno che Iddio manda in Terra) senza un motivo.

  • Ma scusa, ma così ti mangi il sapone

  • Se lo vendono vuol dire che non fa male

  • Ma il sapone non si mangia

  • Se lo vendono vuol dire che non fa male

  • Ma non vedi che le stoviglie non vengono pulite? (sollevando un bicchiere grigio e pieno di aloni di gocce)

  • Sgrunf (parola intraducibile che significa più o meno “ma che te lo dico a fare, lascia stare che non capisci niente. E chiudi quel rubinetto che l'acqua costa”)

Sì va bene – direte voi – però almeno in questo caso hanno il motivo dell'acqua che si spreca. No, perché tanto poi in casa tengono per tutto l'inverno la temperatura così alta che bisogna stare in maglietta a febbraio.

Non c'è molto da fare. Sono visioni totalmente diverse che prevedono linguaggi altrettanto diversi, così che non si è in grado di comunicare. Ed io la società multietnica del futuro me la immagino così: leggi ottime, grandi principi morali unificanti da un lato; stupri e omicidi per l'immondizia e il sugo della pasta dall'altro.