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Tremate, tremate, arriva la nube!

Sì però adesso mi avete anche un po’ rotto le palle. Che io sono sempre quella là “un po’ strana”, che non guarda la TV e non legge i quotidiani ma quando c’è una notizia che ti lascia perplesso vieni a chiedere a me cosa ne penso. Perché - chissà per quale magica alchimia - risulta sempre che sono più informata di te che ti sciroppi tutti i TG di qualunque canale di qualsivoglia giorno e ora. E adesso mi vieni a chiedere cosa ne penso della nube radioattiva? Perché hai due figli piccini e -diononvoglia- se la nube arriva… Numi del cielo! E se la nube arriva? Cosa ne sarà dei miei pargoli? Poveri piccoli innocenti… Loro che rischiano di prendersi le radiazioni giapponesi… 

La nube giapponese… 
 
No, dico, ma mi stai prendendo in giro, ti stai prendendo in giro, o semplicemente sei incommensurabilmente stupido? 
 
I tuoi figli hanno 4 anni e già sono cronicamente malati. Non c’è una settimana intera che possano trascorrere senza qualche acciacco o qualche raffreddore o qualche puntino sulla pelle o qualche disturbo alle orecchie o qualche intolleranza alimentare o qualche linea di febbre o qualche colorito smorto o qualche vattelapesca malanno che resta sempre in sottofondo, strisciante, pronto a svegliarsi ogni tot. 
 
I tuoi figli stanno male già adesso
 
Svegliati. Esci dalla fiaba. Hai 40 anni, santiddìo, datti una smossa e guardati attorno. 
 
Questa generazione di bimbi ha uno stato di salute che definire precario è un complimento. Nascono già debilitati e crescendo peggiorano, vivendo in uno stato di malanno cronico. 
 
E la colpa - sturati bene le orecchie adesso - è anche tua. 
Sì, tua. 
Non della nube radioattiva che viene dal Giappone. 
Quella è un surplus, un supplemento alla dieta quotidiana, è la torta di meringhe la domenica. Di radiazioni te ne prendi già da anni, senza che tu lo sappia solo perché l’elettrodomestico che ti comanda non te lo dice. Giusto per dirne una, ogni 3 giorni in media c’è qualche fuoriuscita radioattiva dagli impianti nucleari francesi. Tutto nella norma, s’intende, ogni fuoriuscita è al di sotto dei limiti di legge. Come le nanoparticelle che escono dagli inceneritori: è bello sapere che moriremo a norma di legge, no? 
Solo che l’ambiente non è un pozzo senza fondo: tutto quello che ci butti si accumula, foss’anche soltanto una buccia di mandarino, che se ce ne butti una all’anno è un conto, una ogni secondo è una faccenda un filo diversa. 
 
Tuo figlio ingurgita ogni giorno merendine sintetiche, bibite artificiali, cibi preconfezionati che hanno solo il vago ricordo degli alimenti originari, acqua clorata, aria intrisa di gas velenosi, appena nato si è beccato una filza di vaccinazioni inutili con ripieno di metalli pesanti, quando passa i 38° di febbre lo sedi con antibiotici e tachipirina, vive perennemente su un manto di cemento tanto che quando capita in un bosco non sa camminare su un sentiero senza inciampare, se a scuola fatica a star seduto 5 ore ad ascoltare cose noiosissime lo psichiatra lo imbottisce di psicofarmaci, gioca rinchiuso fra le pareti domestiche e se si avventura a scalare un albero lo tiri giù terrorizzato perché può farsi male...
Può farsi male...
Arrampicandosi su un albero..... 
 
E adesso mi chiedi cosa ne penso delle radiazioni giapponesi? Se il pesce è sicuro? Se la nube arriva, se non arriva? 
Ma ti vuoi ripigliare, o no? 
 
Al di là del fatto accertato che le radiazioni nucleari facciano male, anzi molto male (chiedere agli operai degli impianti italiani, per dirne una), ogni singolo giorno tu contribuisci ad avvelenare i tuoi figli.
Le comodità a cui non vuoi rinunciare hanno un prezzo, e quel prezzo è molto più salato di quel che vorresti immaginare. Non è un prezzo che si calcola in euro, o in yen, o in rupie. E’ un costo che ora sta venendo alla luce, sorgendo dal sottofondo d’ombra in cui lo abbiamo cacciato per tanto tempo, dopo decenni di spensierata e incosciente infatuazione per quel che abbiamo scambiato per “progresso”. Il più grosso e triste equivoco in cui sia mai incappata l’umanità.  
 

Eccolo qui, il tuo "progresso". Gas velenosi nei polmoni, metalli pesanti nel cervello, malattie autoimmuni, e i tuoi figli perennemente malati. 
Eccolo, il prezzo della tua comoda cecità. Adesso viene a reclamare il conto, prendilo e paga! 
Hai chiuso gli occhi fino ad ora. Hai chiuso gli occhi sui rifiuti tossici affondati in mare o insabbiati in qualche esotico paese africano in cambio di armi, hai chiuso gli occhi sui terreni contaminati su cui per amor di "progresso" si costruiscono ugualmente scuole e ospedali, hai chiuso gli occhi sugli scempi fatti al territorio, sulle schifezze che immettono nei cibi, sulle nefandezze dell'industria farmaceutica, sui veleni che buttano sui campi e che ci ritroviamo nel piatto, sugli ormoni e i farmaci con cui imbottiscono il bestiame, sulla sperimentazione animale e la sua inutile crudeltà, sui vaccini che impallano il sistema immunitario di tuo figlio. 
La tua ignoranza, lungi dall’essere una giustificazione, è un’aggravante. Perché tu sei responsabile della salute e del benessere dei tuoi figli. E loro - prima o poi, cioè appena diverranno coscienti di quel che abbiamo fatto - verranno a chiederci conto della nostra stupidità, del nostro egoismo e della nostra abissale ipocrisia. 
E avranno tutto il diritto di legnarci di santa ragione. 
 
E ora, non venire di nuovo a chiedere a quella “un po’ strana” cosa ne pensa della nube radioattiva giapponese. 
Cercatele da solo, le informazioni. Pensa con la tua testa, fatti due domande! 
Tirati su le maniche e diventa finalmente responsabile delle tue decisioni, com’è sacrosanto che sia per ogni essere umano su questo pianeta. 

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parole sacrosante. quanta

parole sacrosante.

quanta rabbia e che senso di impotenza...

provo continuamente a cambiare e comunicare questa necessità agli altri; è molto dura ma un passo alla volta spero che si raggiunga un punto dopo il quale tutto inizierà a girare per il meglio...

Credo che ognuno debba fare

Ritratto di Eileen Morgan

Credo che ognuno debba fare ciò che in coscienza sente sia giusto fare. Tutto quello che possiamo fare dobbiamo farlo. Poi, quel che sarà... sarà. "Fai quel che devi, accada quel che può". Anch'io cerco quotidianamente di condividere informazioni che ritengo importanti, è dura e spesso ci si trova davanti a dei muri di gomma, o forse meglio: di cemento armato... ma continuo, perché c'è sempre qualcuno ricettivo con cui condividere informazioni e opinioni. E finché ci sarà un solo uomo sul pianeta pronto a lavorare per migliorarlo, nessun tentativo sarà vano.