Skip to main content

L'inflazione vista dal punto di vista Austriaco

Posted in

di Alasdair Macleod1

 

Sappiamo che i macroeconomisti di oggi sono molto confusi quando si parla d'inflazione, se non altro perché pensano di poter stampare denaro e aumentare il credito bancario al fine di generare inflazione dei prezzi controllata ad un tasso del 2%.

Certo, la maggior parte di loro riconosce che il termine "controllata" è più una speranza che una realtà. La politica economica non dovrebbe basarsi sulla semplice speranza.

E' opportuno quindi vedere ciò che la Scuola Austriaca ha da dire in proposito, ma prima dobbiamo definire il termine inflazione: per gli Austriaci è un aumento della quantità di moneta e del credito. L'inflazione non è definita come aumento dei prezzi; questo è il risultato di lungo periodo causato dall'incremento della quantità di moneta e credito bancario. Il gergo comune confonde l'effetto con la causa.

L'economista che meglio ha definito il rapporto dell'inflazione è stato Ludwig Von Mises. Egli viveva a Vienna durante l'iperinflazione austriaca 1921-1923, quindi sperimentò il problema in prima persona sia come residente sia come economista. Il governo austriaco alla fine riuscì a domare la bestia dell'iperinflazione, circa dieci mesi prima che il papiermark tadesco crollasse. La cosa interessante, e che raramente viene commentata, è che l'Austria permise agli economisti tedeschi di vedere in anticipo quello che sarebbe successo alla loro valuta, ciononostante furono impotenti davanti al crollo della valua tedesca.

Plus ҫa change. Von Mises divise l'effetto dell'inflazione monetaria sui prezzi in due fasi distinte, tra le quali io vorrei inserire una fase intermedia2:

  1. L'inizio dell'afflusso di fondi supplementari fa aumentare i prezzi di alcuni beni e servizi; altri prezzi aumentano più tardi. In genere le persone non si aspettano un aumento maggiore dei prezzi e pensano addirittura che possano scendere. Questo descrive la situazione di oggi, in cui gli economisti sono più preoccupati per la deflazione e la gente conserva contanti e depositi. Tuttavia, vi è già un'alta inflazione in alcuni asset esclusi dalle statistiche sull'inflazione, ma spinti dall'espansione della moneta e del credito bancario.
  2. Questa fase è seguita da un periodo intermedio in cui l'aumento dei prezzi diventa più diffuso e la gente inizia a spostare le proprie preferenze: dal trattenere denaro ad acquistare beni i cui prezzi non ci si aspetta più che scendano. L'opinione popolare non riesce a collegare l'aumento dei prezzi ad una crescita più rapida della quantità di denaro. Si pensa che sia un fenomeno temporaneo, il risultato di altri fattori come una ripresa economica o difficoltà nell'offerta. All'aumentare dei prezzi gli stati incolpano speculazione e affarismo, e introducono controlli dei prezzi che portano inevitabilmente a carenze di molti beni di prima necessità.
  3. Infine la popolazione si rende conto che il denaro sta perdendo potere d'acquisto, e lo spende il più rapidamente possibile. Questo è il katastrophenhausse, o crack-up boom. Una volta che la moneta entra in questa fase, è condannata.

Oggi il rapporto valuta-prezzo in molti paesi è nella prima fase, che può durare per molti anni. Finora sono trascorsi più di sette anni da quando la crisi Lehman ha portato allo scoppio iniziale dell'elevata inflazione monetaria, più di quella che c'era tra il novembre 1918 e il novembre 1923 in Germania. Le prossime due fasi possono essere di breve durata. La seconda fase può essere saltata del tutto se una crisi è abbastanza catastrofica da portare al collasso la moneta e le banche. La durata della terza fase è principalmente una funzione di quanto velocemente la popolazione si adatta alla realtà: la cartamoneta sta diventando inutile nonostante tutti i tentativi dello stato di far credere il contrario. La moneta elettronica di oggi può crollare più rapidamente di una valuta fisica; quindi una fuga dal denaro verso i beni non avrebbe alcun impedimento fisico dal lato valutario.

L'economista americano Murray Rothbard, che ha continuato la tradizione economia Austriaca negli Stati Uniti, disse che se una banca centrale finanzia direttamente lo stato, le conseguenze sarebbero decisamente inflazionistiche.3 Questo è più o meno quello che fa il quantitative easing (QE), finanziando indirettamente il debito pubblico acquistandolo dalle banche.

Nel frattempo, le principali banche centrali hanno stabilito il 2% d'inflazione dei prezzi come una sorta di Rubicone. Quando viene superato, cosa che accadrà dato l'enorme ammontare del QE a livello globale, entreremo nella seconda fase. Le preferenze poi cambieranno: dal possedere denaro e depositi bancari a possedere beni relativamente scarsi. L'aumento dei tassi d'interesse, necessario per prevenire e controllare "troppi soldi che vanno a caccia di troppo pochi beni", dovrà essere attuato prima della terza fase; ciò aumenterà le probabilità di una bancarotta degli stati e spazzerà via molte imprese del settore privato. A meno che questa situazione spinosa non venga affrontata con fermezza e rapidamente, il potere d'acquisto delle valute interessate crolla rapidamente quando entrano nella terza fase di Von Mises.

Pertanto il successo della politica monetaria nel raggiungere il suo obiettivo d'inflazione innescherà una crisi. La dinamica della situazione ci suggerisce che non appena l'opinione comune si allontanerà dalle aspettative di deflazione, la progressione del crollo delle valute potrebbe essere molto rapida. Quando accadrà, non stupitevi se i macroeconomisti verranno colti di sorpresa, sebbene gli Austriaci l'avessero già spiegato.

 

I Prezzi dell'Oro

Oggi il prezzo dell'oro continua a indebolirsi. Se ci si aspetta che i prezzi misurati in dollari scendano, ciò comprende anche l'oro. Tuttavia, sapremo che le fasi due e tre saranno alle porte quando assisteremo ad un aumento persistente e inaspettato del prezzo dell'oro, anche se i tassi d'interesse verranno aumentati dalle banche centrali. Indubbiamente i media attribuiranno questo sviluppo alla chiusura delle miniere, a posizioni tecniche nel mercato, o alla domanda asiatica. Tutte queste possono essere concause valide, ma non tengono in considerazione che il prezzo dell'oro sconta principalmente il suo potere d'acquisto futuro rispetto alle valute con cui viene misurato. E se l'oscillazione dalla deflazione all'inflazione dei prezzi sarà tanto rapida quanto suggerisce la teoria economica Austriaca, l'aumento del prezzo dell'oro sarà altrettanto improvviso e spettacolare.

 

Traduzione per il Portico Dipinto a cura di Johnny Contanti.

  • 1. An Austrian take on inflation, Alasdair Macleod, The Cobden Centre, 16 marzo 2015.
  • 2. L'Azione Umana, Capitolo 17, Sezione 8.
  • 3. Il Mistero dell'Attività Bancaria, Capitolo 11, "Il processo dell'espansione del credito bancario"