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Fabbricare le Emozioni

Questo non vuole essere un articolo o un racconto; è semplicemente una piccola riflessione.

Recentemente mi sono imbattuto nel nuovo teaser trailer dell'attesissimo nuovo capitolo della saga di Star Wars affidato a quel J.J. Abrahams (che mi sembra un clone di Spielberg in miniatura).

 

 

Devo ammettere che ha provocato in me una certa emozione; avevo circa 14 anni quando vidi l'originale al cinema e come molti ne rimasi sconvolto. E' inutile ricordare in questa sede cosa è stato il fenomeno "Guerre Stellari"; ha letteralmente cambiato la storia del cinema e dell'industria cinematografica, e per molti acuti osservatori lo ha fatto in peggio.

Tanti ragazzini, grazie a quel film, decisero di diventare registi e ne cito soltanto due: James Cameron e Peter Jackson.

Il teaser è strutturato per suscitare emozioni e rimembranze in chi conosce bene l'originale Cult di George Lucas ed è inevitabile che chi, come me, lo ha visto da adolescente, si sia portato dietro un bagaglio culturale, di emozioni e di esperienze di vita che in parte sono state poi associate a determinati ricordi, film compreso. Le cosìdette sovrastrutture che come strati di una cipolla, con il passare degli anni accumuliamo sempre più fino a quando non arrivano alcune immagini che hanno il potere di risvegliare in noi, spesso a livello inconsapevole, tutta una serie di emozioni. Ricordate ad esempio la magistrale sequenza finale del film Pixar Ratatouille? Spiega egregiamente questo processo mentale: il noto critico culinario, espertissimo e prevenuto attende incredulo che lo chef  sia in grado di stupirlo con un piatto mirabolante e quando viene a sapere che gli sarà servito un piatto semplice e popolare (il ratatouille appunto), il cinico personaggio già assapora la soddisfazione di scrivere una feroce critica che affonderà definitivamente il ristorante. Nel momento in cui mette in bocca il primo boccone però, accade l'incredibile; noi spettatori veniamo proiettati assieme al personaggio nella sua infanzia: quel sapore lo riporta improvvisamente bambino, quando era un ragazzino triste e solo e la mamma gli preparava il ratatouille facendolo sentire amato e coccolato. Tutta una serie di ricordi ed emozioni legati al sapore invadono brutalmente la mente del critico che barcolla, si emoziona e scriverà un'autocritica che premierà il ristorante e che vuole essere una riflessione sulla sua stessa vita e le sue azioni.

Il potere di evocare simili sensazioni è un potere enorme che permette una manipolazione profonda e insospettabile. Ma fermiamoci un momento alle apparenti, innocue e genuine emozioni che ha suscitato in me il secondo teaser del nuovo Star Wars.

Per caso mi sono imbattuto in un filmato ripreso con un telefonino durante la convention dedicata a guerre stellari in cui è stato presentato in anteprima il teaser in questione. Il filmato mostra la reazione del pubblico che vede per la prima volta il teaser:

 

 

Dal punto di vista sociologico ho trovato questo secondo video interessante perchè aldilà del sorriso che può nascere nel vedere la passione e l'attesa della gente per il nuovo Star Wars (ascoltate come reagisce la gente quando, nella sequenza iniziale sul deserto di Tatooine, si rende improvvisamente conto che c'è un incrociatore stellare precipitato al suolo, o il boato quando appare la faccia, ormai quasi mummificata, di Harrison Ford), ho potuto sperimentare in prima persona come l'emozione di vedere il teaser, si sia decuplicata rivedendolo in questo nuovo filmato con le urla del pubblico. Ho provato un'emozione da brividi che mi ha fatto quasi venire le lacrime agli occhi. Una cosa del tutto incontrollabile.

Si può riflettere molto sulle implicazioni di tutto questo. La frase fatta: "E' soltanto un film" non ha molto senso perchè le emozioni hanno un peso nella costruzione delle nostre opinioni e dei nostri valori morali. La nostra stessa visione del mondo e della realtà può cambiare essendo influenzata dalla visione di una singola persona, in questo caso il regista. Penso soltanto alla visione del futuro, asettica, pulita, luminosa ben piantata nella cultura popolare e sempre ben descritta nella fantascienza pre-Star wars, e quella sporca, ruggine e polverosa che ha prepotentemente preso il suo posto nella collettività e nelle menti degli artisti dopo il film di Lucas.

A questo punto mi imbatto in un terzo video che ritengo davvero inquietante perchè rende manifeste le implicazioni di questa manipolazione emotiva. Si tratta sempre delle reazioni del pubblico al teaser di guerre stellari ma questa volta ci sono una serie di volti in primo piano a cui viene mostrato il filmato. Scindendo la massa e tornando al singolo individuo si può capire ancora meglio come agisce la propaganda. C'è spazio per molte riflessioni; ho riguardato il filmato più volte soffermandomi di volta in volta su un volto diverso.

 

 

La donna in basso al centro è una delle figure più emblematiche con il suo pianto a dirotto che reagisce alle immagini e alla musica, i due elementi indubbiamente più efficaci della costruzione emozionale. Ma gli sguardi di ogni singola faccia sono decisamente rivelatori.

Pochi forse comprendono che queste "innocue emozioni" per una serie tanto amata, avranno delle ripercussioni stabili nel quotidiano, nella formazione delle nostre idee, dei nostri preconcetti, del nostro modo di vedere le cose. ripercussioni che mai nessuno collegherà alla visione del film in se reputandole soltanto il prodotto della proprie esperienza di vita senza comprendere che una pellicola vista al cinema si trasforma in una specie di filtro, o addirittura di chiave per comprendere ed elaborare la nostra personale esperienza quotidiana. E l'effetto non è transitorio, si tratta dell'ennesimo strato di cipolla che ci viene cucito addosso e non ha nessuna importanza che il regista del film ne sia consapevole o meno perchè spesso, lui stesso manipola le emozioni del pubblico attingendo alle sue idee e alle sue emozioni frutto della stessa manipolazione che ha subito nel corso della sua vita.

 

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Star wars

Ritratto di Calvero

Star Wars è in assoluto e per eccellenza, il film che ha fatto da spartiacque tra "storie raccontate" e "storie raccontate", e veicola gli archetipi in maniera pressoché eccellente.

I suoi personaggi, le sue vicende, ciò che evocano, ciò che incanta, è poggiato su di una struttura mitologica, tant'è vero che Lucas si è studiato da Capbell a Jung, elaborando una precisa e carismatica cosmogonia. Non ricordo se sia stato proprio Campbell a dire che Lucas è stato il suo studente migliore; precisamente, come i termini pretendono, trattasi di 'mitologia comparata'.

Negli Stati Uniti, Star Wars ha dato una sferzata ottimistica all'incupimento che in america stavano subendo in maniera ossessiva e con il Vietnam ancora a ottenebrare la coscienza collettiva. Da un 'ossessione pessimistica e conflittuale a ogni livello sociologico, ci si è votati [inconsciamente e immediatamente] a una grandissima valvola di sfogo; e quell'universo di Lucas è assurto così a dimensione interiore di profonda rivalsa - tanto illusoria quanto efficace.

La ciliegina sulla torta è stata quella di ibridare in maniera inaudita il fantasy con la mitologia, con la fantascienza e con l'avventura che definirei "sorniona"; da "telefilm". E tutto questo nonostante i temi siano profondamente drammatici. La spada laser ha fatto sì che il concetto di eroe/cavaliere e il concetto di onore, venissero catapultati in modo antico e tradizionale, nonostante si è nella fantascienza più esasperata. Non poteva non bruciare gli animi di ogni bambino e adolescente.

Il "Tanto tempo fa in una galassia lontana lontana..." che dà il LA a ogni "puntata", rimane uno degli stratagemmi più accattivanti e furbi nella storia del cinema. Nonostante lo spettatore venga catapultato in qualcosa che per lui non potrebbe essere che futuristico, avrà comunque con sé quel retrogusto micidiale e penetrante di fiaba.

E le fiabe, si sa, non le batte nessuno.

La fine del Cinema

Ritratto di Pike Bishop

Vidi Guerre Stellari in prima visione, perche' mi era stato raccomandato.

Io sono della generazione cresciuta con la Sci-Fi intelligente della TV degli anni '50, stile "Ai Confini della Realta'", ma anche di parecchi film di categoria "B" che oggi vincerebbero il Campionato, spece quelli inglesi, stile Quatermass.  Sono di quella generazione che comincio' a prendere il genere sul serio dopo l'esperienza prossima a quella dell'LSD che un ragazzino poteva avere vedendo in prima visione "2001 Odissea nello Spazio".

Percio' capirete perche' dopo un paio di minuti pensai che Guerre Stellari fosse una parodia comica, e come tale mi diverti' parecchio.  Poi fecero la parodia della parodia e cominciai a preoccuparmi.

Ora, dopo questo articolo sono piu' che preoccupato, sono terrorizzato.

Si sdoganano infatti comportamenti da squilibrati degni di quelli delle Chiese della Glossolalia della Bible Belt, comportamenti di lunatici che non solo non riescono a distinguere fra realta' e fantasia, ma che non sono neanche capaci, non dico di sospendere il giudizio davanti ad una pellicola che non fa niente per farlo sospendere a chi abbia facolta' appena superiori a quelle di un'ameba, ma di possedere un grammo di giudizio di qualsiasi tipo, gente che andrebbe rinchiusa, se non fossero ormai la maggioranza della popolazione.

Sono terrorizzato.  Mai avrei pensato, assistendo ad un film buffo e dimenticabile dopo 10 minuti, tanti anni fa, che si arrivasse a questo.

Non e' il mestiere che si e' affinato: sono i coglioni che si sono moltiplicati e posseggono la Terra.  L'incubo peggiore della Fantascienza Distropica.

Questo film, che fa parte di una triade rovinosa con Rocky e Indiana Jones (che mi era peraltro piaciuto molto, avendolo catalogato come della serie "giochi innoqui per bambini scemi" da prendersi seriamente come la lettura di Topolino al cesso) che hanno posto una pietra tombale pesantissima e definitiva sul cinema non solo americano.  Da allora in poi, tranne le solite eccezioni, in genere britanniche, il cinema e' morto.

Ci sarebbe da piangere, invece, e molto, pensando cosa ci siamo persi. Questo e' il mio motivo per la mia collezione di film pre-ondata-di-merda-stellare: trasmetterli ai posteri.  Un giorno la visione di "Gli Amici di Harry Coyle"  e " Pelham 123" (quello originale, non la merdata rifatta pochi anni fa) verranno trattati con la stessa deferenza con cui si guarda la Cappella Sistina, ne sono sicuro...

Lascio da parte le eventuali

Ritratto di Music-Band

Lascio da parte le eventuali riflessioni sulla manipolazione e sulle nostre sovrastrutture (noto che i due post di risposta parlano d'altro), e rispondo ad entrambi visto che ritengo di conoscere abbastanza bene il quadro storico e la storia del film di Lucas.

Inizio col dire che si, certo, Lucas ha fatto man bassa della mitologia e degli archetipi elaborati da Jung.

Il quadretto storico dell'epoca comunque comprendeva un gruppo di ragazzi creativi e ribelli che dopo l'uscita dalla scuola di cinema (L'UCLA), tentavano di muoversi in un ambiente difficile come quello dell'industria cinematografica realizzando film a bassissimo costo e molto personali.

C'era uno strafatto di droga che aveva partorito una pellicola come Taxi Driver (Martin Scorsese), Un genio ribelle che voleva prodursi i suoi film da solo e che aveva appena fatto un altro cult come: "La Conversazione" (Francis Ford Coppola) La moglie di Lucas (Marcia Lou Griffin), montatrice di talento e intellettuale che inoltre collaborava con Scorsese, Lo stesso Lucas che aveva partorito: "L'uomo che fuggì dal futuro" prima del successo (grazie alla mediazione di Coppola) di: American Graffiti" e che aveva anche lui in odio lo strapotere delle Major e "Il sistema", e poi c'era Brian Depalma che stava facendo parlare di se e Steven Spielberg che era il più stronzo di tutti perchè frequentava questi amici facendo finta di essere come loro ma in realtà era già ben calato nel sistema e si stava già ritagliando una reputazione che lo avrebbe portato molto in alto. Di indubbio talento registico aveva però dalla sua un istinto unico e invidiabile per le Public Relations e per farsi le amicizie giuste negli ambienti che contano. Tra tutte queste persone Spielberg fu l'unico a credere nel progetto di Lucas quando tutti gli altri lo denigrarono e curiosità della sorte, furono proprio questi due uomini a cambiare l'industria cinematografica diventandone praticamente i padroni.

Quando Lucas fece vedere i primi montaggi sua moglie piangeva confidandosi con un'amica e definendo il film: "Orribile" (mancavano ancora gli effetti speciali e la musica di Williams), De Palma quando vide Darth Vader disse sardonico: E' questo il miglior cattivo che sai fare? Gli attori stessi, anche se sconosciuti all'epoca, mal sopportavano il carattere di Lucas e sul set era una continua presa per il culo convinti che stessero partecipando a una boiata.

Storica è la frase del direttore della fotografia che dando disposizioni per un'inquadratura di Chewebacca dise: "Fate più luce sul cane". Si sa che Lucas rischiò l'infarto durante le riprese e fu davvero solo nel portare avanti un progetto in cui era l'unico oltre al direttore della Fox che lo appoggiava, a crederci.

Dopo quest'esperienza cesserà di dirigere film per molti anni (fino alla seconda trilogia) dedicandosi all'imprenditoria e a cambiare la storia del cinema.

Ho fatto questo breve dipinto perchè ci sono alcune considerazioni che non possono essere ignorate: mentre tutti questi giovani ribelli avevano qualcosa da dire con le loro opere (Lucas compreso), quest'ultimo cambia improvvisamente registro e nella storia che concepisce per guerre stellari, la profondità dei personaggi è uguale a zero. La profondità psicologica della principessa Lea è inesistente ma quello che emerge da questo film, sono invece tutte le paturnie del regista. Il biografo Baxter riesce a mostrare come in guerre stellari escono tutti i traumi di Lucas verso suo padre, le sue origini a Modesto, i suoi problemi con il sesso e con le donne... Insomma è probabilmente l'opera più personale di Lucas anche se la più semplice dal punto di vista della narrazione; è il Lucas bambino che trova finalmente il suo modo di esprimersi e Spielberg, lo comprende al volo, tanto che che tra il disprezzo degli amici sui possibili incassi è l'unico a prevedere 100 milioni di dollari per il film (Che in realtà come sappiamo ne incasserà molti di più).

Venendo ora a ciò che dice Pike, prima di Star Wars, c'era un cinema di fantascienza modesto, ma estremamente intelligente. Star Wars spazza via del tutto non soltanto un genere ma un "concetto" totale sul "Fare cinema".

Non a caso i soliti amici commentarono quando il film diventò un successo mondiale: "E' la fine del cinema".

Personalmente, il primo e ancor di più il secondo capitolo: "The Empire Strikes Back" sono film che amo e che mi sono rimasti nel cuore. Ma sono sempre in grado di afferrare l'enorme differenza culturale che passa tra questi e che so: "Il pianeta delle scimmie", tanto per citare un film di quegli anni. Ma il problema è che la gente non fa queste distinzioni come sottolinea bene Pike.... Hanno semplicemente mollato un modello per sposarne totalmente un altro. Mi ricordà un pò l'avvento del Drive- In in televisione. Da quel momento in poi, tette, culi, volgarità e idiozia hanno caratterizzato tutta la televisione che è venuta dopo.

Questo è davvero l'aspetto inquietante.

Propaganda e non

Ritratto di Calvero

Non mi sembra di aver parlato d'altro, ma evidentemente ho saltato delle considerazioni. Intanto, bontà di Music credermi, purtroppo anch'io sono ben ferrato sull'argomento e so tutto (e come te anche di più) di quello che hai raccontato e ben sintetizzato;  ti ringrazio di aver approfondito quello che io non avrei saputo scrivere così bene. Il mio commento di prima, voglio precisarlo, era ben lungi dal tessere le lodi di un'opera filmica in sé ... ho soltanto voluto aggiungere un tassello al già interessantissimo articolo (anche se non lo vuoi chiamare così, ritengo lo sia).

Ovviamente sono d'accordo con Pike tranne ed esclusivamente sul primo Rocky (che poi è l'unico ad avere un senso) che ritengo un film assolutamente sottovalutato in ragione di essere male sopravvalutato.

L'aspetto sociologico dell'epoca che ho riportato, riguarda proprio un perché fondante di una manipolazione all'inizio non voluta e che altrimenti non avrebbe attechito in siffatta maniera; questo è ciò che penso. Un Guerre Stellari ha in sé qualcosa di onorevole e il problema più che altro è che sono film che diventano sbagliati in questo Sistema, dove l'inevitabile forza morale trascende lì dove è nato e il processo identificativo con la cultura americana non poteva e non può che fare danni.

Sul discorso di Pike: se io - che sono di un'altra generazione - fossi stato traviato da Guerre Stellari, certamente non rimarrei ogni volta travolto da 2001; inzio a sospettare che determinate sensibilità siano qualcosa di congenito. Il problema è quasi statistico, ed evidentemente la propaganda ha dalla sua di sapere - non tanto di cambiare le persone, ma di chiamare a sé i polli.

Nello specifico, della sestologia, sono sempre solo stato conquistato da l'Impero colpisce ancora e, inevitabilemente, soltanto dagli ultimi tre quarti d'ora del film che funge da anello di congiunzione tra la vecchia serie e la nuova. 

Concordo pienamente con le sensazioni emotive riportate da Music, le sue parole sono "purtroppo" le mie.

La vera domanda che faccio a Music è questa: - quando uscirà al cinema, cosa farai?

 

Drive in

Ritratto di Pike Bishop

 Mi ricordà un pò l'avvento del Drive- In in televisione. Da quel momento in poi, tette, culi, volgarità e idiozia hanno caratterizzato tutta la televisione che è venuta dopo.

Questo è davvero l'aspetto inquietante.

Centrato in pieno: anche Drive in era stato accolto per quello che non era, da principio, e cioe' una rivalsa milanese allo strapotere democristiano-meridionale nel settore dello spettacolo di intrattenimento in prima serata, con quelle facce ormai imbalsamate alla Pappagone & Nino Taranto.  

E, come per Guerre Stellari, invece di essere una facezia divertente da dimenticare appena finita, divento' un cambiamento in peggio dei costumi in generale che aprirono la fogna in cui siete (per fortuna qui non e' successo) ancora immersi senza grande speranza di uscirne.

Il "BRAT PACK" e' stato anche peggio, ed insieme a Rocky (la rivalsa dell'idiota italo-americano alla sconfitta militare, industriale, sociale e civile del suo paese a suon di pugni presi in faccia con entusiasmo) ha contribuito ad instaurare il pensiero unico di Bush-Reagan nel profondo dell'avanzo di cervello degli strati piu' o meno popolari ammerikani.

Fortunatamente in Gran Bretagna la Tatcher, seguita da Blair, non ha totalmente cambiato la cultura, per pessima che sia, della popolazione in generale, e assolutamente per niente quella artistica e mediatica.  Purtroppo il resto del mondo, invece, tranne forse la Francia, ha seguito l'America nel nuovo Medioevo della disintegrazione industriale e culturale, piedi in avanti.

La cosa preoccupante e' che e' bastato un minimo di astuzia per fare cascare tuttiquanti quelli che sbraitavano negli anni 60-70, come delle pere cotte, senza che le avanguardie potessero fare niente per indicare il pericolo alla popolazione che aspettava invece qualcuno che proponesse un modello per il quale potesse smettere di pensare, come aveva cominciato dolorosamente a fare per un periodo troppo, troppo breve.

I Nazisti hanno vinto senza fare prigionieri.  Tutti sono stati deattivati, cerebralmente morti.

 

Calvero: Non mi sembra di

Ritratto di Music-Band

Calvero:

Non mi sembra di aver parlato d'altro... Il mio commento di prima, voglio precisarlo, era ben lungi dal tessere le lodi di un'opera filmica in sé...

E' possibile che non sia stato troppo chiaro io nel mio modo di esprimermi: mi riferivo alla riflessione sul fatto che un film, si integra nel nostro bagaglio di esperienze quotidiane e viene utilizzato dal nostro subconscio come "chiave di lettura" nell'interpretazione che diamo alla realtà, quindi alla formazione delle nostre opinioni future. A prescindere da questo trovo non ci sia nulla di male nel tessere le lodi di una pellicola che ha i suoi meriti a patto di sapere sempre di cosa si sta parlando. I tuoi "tasselli" in ogni caso sono sempre bene accetti :-)

...il problema più che altro è che sono film che diventano sbagliati in questo Sistema...

Questa considerazione è condivisibile. Ricordo ad esempio quando uscì il "Signore degli Anelli", film che attendevo avendo amato il libro. Trovai il primo capitolo (La compagnia dell'anello) la migliore trasposizione cinematografica che si potesse ottenere da un romanzo tanto vasto e complesso e rimasi di stucco quando, consigliandolo ad alcuni amici che avevano idee di sinistra, mi sentii rispondere che non erano andati a vederlo perchè era un film lodato e portato ad esempio dalla destra e da Berlusconi. Non avevo immaginato che una pellicola tratta dal più famoso romanzo fantasy della storia potesse essere utilizzata nella propaganda politica.

Anni dopo, studiando la propaganda ho dovuto imparare come invece la capacità dell'arte di trasmettere emozione e di sollecitare tutti quegli archetipi che fanno parte del nostro bagaglio genetico, sia una delle armi più utilizzate per manipolare le masse. Così come Wagner fu utilizzato da Hitler perchè evocativo nella mitologia tedesca aveva una forte presa sul popolo ed era musica capace di ispirare gli animi oltre al fatto che le sue partiture erano strutturate in modo da imporre un ascolto e delle posture fisiche "ordinate" e "disciplinate". Motivi per i quali Wagner fu proibito dagli alleati nello stesso periodo. Così come anche la quinta di Beethoven veniva utilizzata da radio Londra sia per le emozioni che trasmetteva insite nella sua struttura sia perchè le note iniziali: TA TA TA TAAAA... Tre punti e una linea richiamano l'alfabeto "Morse" e la "V" di vittoria.

...ed evidentemente la propaganda ha dalla sua di sapere - non tanto di cambiare le persone, ma di chiamare a sé i polli...

Non sono daccordo, tutti pensano che la propaganda sia per gli imbecilli o per le menti deboli e tutti si sentono immuni dai suoi effetti. Io mi sono convinto, dagli studi che fatto, che nessuno di noi è immune, nessuno escluso, davvero. Un'arma che alcuni (pochi) possono utilizzare per rendersi impermeabili a certi effetti è appunto il fatto di conoscerla. Questo aiuta, reimpadronendosi del nostro spirito critico e con la giusta conoscenza ci formiamo degli anticorpi, ma la protezione totale non esiste.

La vera domanda che faccio a Music è questa: - quando uscirà al cinema, cosa farai?

Andrò a vederlo naturalmente :-)

 

Pike:

La tua analisi è impietosamente corretta. Ma comunque ritengo, alla luce delle letture su Bernays, che la cosa sia iniziata ben prima di Guerre Stellari che forse è stata la spallata decisiva su un terreno preparato nel corso degli anni. Il problema è che mentre c'erano artisti che cercavano di dire la loro, C'erano contemporaneamente personaggi oscuri e occulti che avevano già capito che una "democrazia" aveva bisogno di un governo invisibile e di una manipolazione totale delle masse, fin dagli anni 20.

Mi chiedo però, e perdona la mia ignoranza, dove stia tutta questa immunità dell'inghilterra... Cioè da Blair in poi non mi pare che abbiano eccelso, così come non mi pare che l'arte inglese abbia denunciato in modo più efficace degli altri l'11 settembre, solo per fare un paio di esempi.

 

NI

Ritratto di Calvero

Music-Band ha scritto:

Non sono daccordo, tutti pensano che la propaganda sia per gli imbecilli o per le menti deboli e tutti si sentono immuni dai suoi effetti. Io mi sono convinto, dagli studi che fatto, che nessuno di noi è immune, nessuno escluso, davvero. Un'arma che alcuni (pochi) possono utilizzare per rendersi impermeabili a certi effetti è appunto il fatto di conoscerla. Questo aiuta, reimpadronendosi del nostro spirito critico e con la giusta conoscenza ci formiamo degli anticorpi, ma la protezione totale non esiste.

 

Neanche io sono d'accordo, almeno non completamente.

Siamo tutti plagiabili, e nessuno ne è immune. Certo. Ma ho usato la metafora dei polli (non degli asini o delle capre per esempio) perché credo che la risposta a questa tua - sia NI.

Per "polli" ho voluto appunto intendere l'omologazione di chi ama stare in batteria e ritengo che questa sia una storia d'amore congenita di certi individui e meno di altri, io sostengo esista un mondo dei più. 

 

emozioni ed emozioni

non ho letto tutti i commenti (ma li leggero'), a parte il primo di Clavero, percio' perdonatemi se diro' quello che qualcuno ha gia' detto (ma sto a lavora')

Uno strano corto circuito,.. avevo letto il bell'articolo di music band non appena pubblicato e poi petr una sorta d'inerzia magica ho visto gli ultimi due film segnalati dal proiezionista... Emozionanti... Il cinema e' una potente macchina di emozioni...

Star wars e' una fiaba mitologica, il fatto che sia proiettata nel futuro non toglie nulla alla sua potenza mitopoietica, agisce sul nostro immaginario archetipico, le le emozione che induce e' come se esplodessero fuori da noi per spandersi nel cosmo umano, inducono alla comunione e alla "fratellanza" una vibrazione che coinvolce noi, i nostri vicini e i nostri simili lontani... hanno una forza religiosa... come un rituale, come una cerimonia, per un momento tutti ci sentiamo parte di una realta' piu grande, piu' densa, piu' pregnante... Ma proprio per queste sue qualita' intrinseche questo tipo di emozioni agiscono sulla lunghezza d'onda della manipolazione... e una volta che se ne conoscano le chiavi si puo fare di tutto con esse...

Locke e Redacted, entrambi grandi film, scatenano emozioni altrettanto potenti, e quasi speculari nelle loro rispettive  qualita', che agiscono in senso inverso a quelle di star wars.... Implodono dentro ed inducono al confronto con noi stessi, con la nostra archetipica natura umana, quella qualita' effimera che fa di noi quello che siamo... ti spogliano delle sovrastrutture del rituale e delle convenzioni, e ti lasciano nudo di fronte a "verita" (non mi piace questa parola ma al momento non ne trovo una migliore) che impongono la ridiscussione di ogni auto maniopolazione... Si piange lla fine di ognuno di questi due film, e le lacrime chje sembrano le stesse hanno sapori molto differenti, e ci si sente un po piu' piccolin e un po piu' soli, ma non e' un male, e' quello che siamo piccoli e soli.... e da li forse si puo ' ricominciare a vivere...

grazie a Music band e al proiezionista

...io sostengo esista un

Ritratto di Music-Band

...io sostengo esista un mondo dei più...

Si potrebbero scrivere libri e avviare discussioni su questa unica frase. Anche se l'evidenza (come dice pike) mostra un pianeta di rincoglioniti, io non riesco ad accettare questo assunto come "realtà" o "unica verità", e nonostante tutte le evidenze del caso come ho detto.

Arriva cioè un punto in cui razionalità, logica e spirito critico vanno a cozzare contro qualcosa che mi dice: "non esiste un senso universale al fatto che ci siano in giro tanti dementi" La natura stessa è contro tale logica... C'è quindi qualcosa che mi sfugge e che ancora non afferro...

Un materialista mi direbbe che sono semplicemente incapace di accettare la semplice verità perchè ho bisogno di credere in qualcosa per rendere sopportabile l'esistenza... Un religioso invece mi direbbe che sto sentendo la voce di Dio...

Io non credo a entrambi e mi tengo la mia sensazione che non tornino i conti... Ci sono molte asserzioni tipo: "la gente è stupida" che a mio avviso equivalgono a risposte semplici ma inadeguate. Anche se è vero... Cioè il fatto che sia vero non mi risponde sul perchè una cosa del genere sia tanto in contrasto con ciò che sento e che vedo osservando semplicemente quella che considero la natura. Forse come dice qualcuno: la mente è il più grande ostacolo/nemico alla nostra comprensione del cosmo... Ma se è così perchè ne siamo dotati? Resta il fatto che ingannare la mente attraverso meditazione o allucinogeni vari sembra sia la pratica migliore per capirci qualcosa... Sarà vero?

HRABAL:

...hanno una forza religiosa... come un rituale, come una cerimonia, per un momento tutti ci sentiamo parte di una realta' piu grande, piu' densa, piu' pregnante... Ma proprio per queste sue qualita' intrinseche questo tipo di emozioni agiscono sulla lunghezza d'onda della manipolazione... e una volta che se ne conoscano le chiavi si puo fare di tutto con esse...

Si parla appunto dell'uso fatto da Lucas dei maggiori archetipi.... Nota però il tonfo che Lucas realizza con Episodio 1 (La minaccia Fantasma); riprova la stessa formula ma fallisce miseramente arrivando a scatenare risate involontarie come ad esempio la madre di Annakin Skywalker che partorisce per immacolata concezione come la vergine Maria. Tutto ciò che nel primo film ha funzionato nascondendo abilmente l'ingenuità della trama e dei personaggi, crolla nel nuovo capitolo dove invece l'inconsiste di personaggi e trama sono talmente palesi da risultare imbarazzanti nonostante gli sforzi di Lucas.

...e' quello che siamo piccoli e soli.... e da li forse si puo ' ricominciare a vivere...

Peccato che non c'è una "Voce del Sito"... :-)

formule e tempi

Music band:

riprova la stessa formula ma fallisce miseramente

i tempi cambiano e le formule invecchiano... Non conosco i retroscena di star wars, e non sono neache sicuro di averli visti tutti gli episodi, vidi il primo al cinema da ragazzo, mi piacque abbastanza ma non ne divenni un fanatico...

Comunque al di la' di alcune cadute, dai video cha hai postato, e dai numerosi usi di frasi, immagini e riferimenti alla saga che ricorrono continuamente, mi sembra che l'effetto "religioso" della saga e la sua conseguente  la capacita' di scatenare emozioni profonde siano piuttosto forti. E' un tassello nel grande quadro della manipolazione del nostro immagginario, ma un tassello ancora significativo, magari naive e un po' datato, ma ancora presente con quella caldo alone che hanno le memorie della nostra infanzia collettiva...

I tempi credo stiano cambiando, nuove ricette per i nuovi tempi, Mi sembra che le grandi produzioni cinematografiche ora non siano piu' i motori di alcun "cambiamento" (se mai lo fossero stati) ma ratificano i cambiamenti gia' avvenuti, una sorta di bolle papali o celebrazioni globali che mettono "nero su bianco" fenomeni cominciati decenni prima. Esempio classico la vita di adele (blue is the colour) nei confrontio dello sdoganamento definitivo deller reazioni omosessuali, oppure "Avatar" riguado a alla proclamazione di una sorta di nuova spiritualita' ecologista... entrambi sanciscono le coordinate di un nuovo conformismo, e un nuovo paradigma socio esistenziale...

Semmai, lavorando nell'ombra, e con un agilita' e una sottiggliezza alquanto difficile da riprodurre in costosi film, i serial televisivi mi sembra stiano svolgendo questo ruolo, ovvero stamno sotterraneamente cambiando il modelli culturali e morali dewlle generazioni piu' giovani, con effetti gia' piuttossto evidenti, ma che si manifesteranno in grande in poche anni... Mi sto guardando un po di queste serie, Breasking bad, house of cards, homeland, walking dead, true detective, tutte costruite egregiamente nel perseguire il loro scopo...

Sarebbe interessante farne un analisi approfondita...

un abbraccioe e grazie per la tua considerazione

 

Perchè la mente è

Ritratto di incredulo

Music Band

Citazione:
Forse come dice qualcuno: la mente è il più grande ostacolo/nemico alla nostra comprensione del cosmo... Ma se è così perchè ne siamo dotati? Resta il fatto che ingannare la mente attraverso meditazione o allucinogeni vari sembra sia la pratica migliore per capirci qualcosa... Sarà vero?

Ne siamo dotati perchè è un ottimo strumento se usato nel suo ambito ristretto.

Il problema nasce dall'idea, diventata ormai assolutamente condivisa grazie alla martellante propaganda in tal senso, che la conoscenza debba passare necessariamente dal lavoro logico-razionale della mente.

La mente logico-razionale è un filtro che setaccia l'ESPERIENZA, la elabora e la fà propria, ma noi non siamo la nostra mente (uno strumento al nostro servizio), ma colui che fà l'esperienza.

La mente si appropria dell'esperienza e ci convince di essere l'artefice di tutto, la mente è il dominio dell'EGO, quello che nelle dottrine iniziatiche è conosciuto come l'usurpatore, il Sè inferiore, il guardiano della soglia, il Satana in noi.

Ecco perchè la mente viene considerata come un'ostacolo per la conoscenza completa della nostra vera natura e si cerca di mandarla in crash con varie tecniche come quella dei Koan nello Zen, ovvero paradossi logici che disorientano la mente, oppure con l'uso di sostanze psicotrope.

Perchè la mente razionale è solo una piccola parte di noi, ma la sua ossessione per il controllo totale, tipica del suo funzionamento, impedisce l'espressione delle altre parti che compongono l'ESSERE, ovvero ciò che siamo nella nostra totalità.

La mente deve arrivare al punto fermo tramite l'analisi logica, il punto, ovvero la forma geometrica che la Scuola pitagorica associa al numero UNO, mentre la realtà, come noi stessi del resto, è espressa in un processo continuo di mutamento senza fine.

Il punto è una forma morta, la mente può analizzare solo ciò che non si muove, ma la Vita è sempre in movimento.

Per questo semplice motivo la mente non può afferrare la Vita per com-prenderla, le mancherà sempre qualcosa, ci sarà sempre una parte infinitesimale che le sfuggirà, che sfuggirà al suo ossessivo controllo.

Il "Cogito ergo sum", che è alla base della nostra civiltà, è in realtà la parte rovesciata della nostra vera Natura, vale a dire il "Sum ergo cogito", ma ai nostri padroni fa molto comodo che noi seguiamo le suggestioni obbligate a cui ti porta la mente, quella mente che è santificata ed onorata nella nostra cultura, quel cervello a cui ci si richiama costantemente come una garanzia di chissà che cosa.

Per loro, per i nostri padroni, è molto facile riempire le menti con le suggestioni che gli fanno comodo e, con i mezzi di comunicazione UNI-versali di cui oramai dispongono, dirigono le menti in una direzione obbligata, una direzione UNI-forme, che non a caso è anche sinonimo di divisa, che a sua volta è sinonimo del "divide et impera", il loro metodo più conosciuto.

La mente logico-razionale infatti ragiona in maniera DUALE, come un computer con il suo codice BI-nario, dividere è la sua specialità, il suo metodo di lavoro.

Riempire le menti mondiali delle stesse informazioni uguali per tutti, è la maniera migliore per andare tutti assieme verso quel mondo "nuovo" sognato dai padroni, un mondo dove loro non avranno rivali, avendo soffocato tutte le voci contrarie ed estirpato tutte le vecchie culture tramite massacri e genocidi assortiti, quando non potevano usare la leva economica come grimaldello per scardinare l'integrità degli uomini che non si adeguavano.

La loro è una guerra contro la Vita, una guerra che dura da sempre, una guerra contro quella Vita che vogliono piegare a loro.

Agiscono con logica e metodo, con conoscenze vietate ai comuni mortali, agiscono con passi temporali successivi invisibili alle coscienze, senza problemi di tempo.

Perderanno, ma ancora non lo sanno....cool

 

 

 

"Ama e fai ciò che vuoi"

Music Band...

Ritratto di Pike Bishop

ritengo, alla luce delle letture su Bernays, che la cosa sia iniziata ben prima di Guerre Stellari che forse è stata la spallata decisiva su un terreno preparato nel corso degli anni. 

Non e' stata una spallata.  E' stato uno dei vari esperimenti per capire fino a che punto il pubblico fosse idiota, un pubblico bambino, senza altra cultura che quella delle favole.  Mentre prima il target di certe riviste per cretine era ben circostritto, il successo pervasivo e mondiale di film sempre piu' stupidi e meno realistici fu una lettura del polso della popolazione per andare avanti col programma senza prevedere opposizioni di rilievo.  E' da notare come invece si faccia anche l'operazione contraria, in tempi piu' recenti: per esempio, film curatissimi e validi da ogni punto di vista, per fare un esempio fra tutti "Heat", prodotti dallo stesso ingranaggio di Hollywood e con tematiche precisamente opposte, vengono distribuiti per capire l'entita' e la dislocazione di eventuali opposizioni.

Certo e' che quando si capisce che non solo un ristretto numero di coglioni leggono certe riviste o guardano certi film, ma bensi' proprio quelli di cui ci si preoccupava potessero, per dire, scioperare, il Sistema e' pronto ad innalzare la temperatura della rana che sara' bollita senza fiatare.

non mi pare che l'arte inglese abbia denunciato in modo più efficace degli altri l'11 settembre, 

L'arte inglese ha proceduto in maniera del tutto insulare.  L'11 Settembre e' stato snobbato di brutto - anche perche' quando se ne parla tutti quanti sono informatissimi rispetto alle teorie di David Icke, anche se non osano pubbicamente ammetterlo. E' un paese strano, qui la propaganda americana non funziona bene perche' si considerano gli yanks dei coglioni.

 

NI - bis

Ritratto di Calvero

Music-Band ha scritto:

...io sostengo esista un mondo dei più...

Si potrebbero scrivere libri e avviare discussioni su questa unica frase. Anche se l'evidenza (come dice pike) mostra un pianeta di rincoglioniti, io non riesco ad accettare questo assunto come "realtà" o "unica verità", e nonostante tutte le evidenze del caso come ho detto

Non lo so Music, ma evidentemente non mi so spiegare, poiché vedo un'ostinazione nell'identificare significati che non appartengono alle mie argomentazioni. Eppure mi pareva di aver tilizzato una metafora che escludesse per bene un precisissimo stereotipo che non condivido.

Per me non si tratta di coglioni né di rincitrulliti, non saprei come dirlo diversamente, come devo dirlo? Ritengo sia una cosa al di là del bene e del male e, senza nessuna offesa per molti studi (ognuno si profonde nei suoi, ed è per questo che è sensato incrociarne le tematiche), riguarda il fatto che 'i più' abbiano bisogno di sentirsi in batteria, di appartenere a qualcosa che possa farli sentire sotto una bandiera; ma no una bandiera politica né ideologica, ma di appartenenza sociale. Ritengo altresì che vi sia un mondo 'dei meno' a cui congenitamente non interessi sentirsi parte di un certo mondo. Ora, capisco che questo discorso è profondamente difficile da esaminare e sintetizzare, però non accusarmi che io stia parlando di menti deboli o coglioni, perché non è di questo che sto parlando. Questo è quello a cui io sono giunto dopo i miei studi e non credo che offendo nessuno se non mi settorializzo tenendo i concetti di Bernays come cardine del tutto.

Che poi 'questi più' e 'questi meno', non è che siano buoni o cattivi, stupidi o intelligenti, si tratta di una determinata sensibilità nei confronti del sociale che, oltretutto, in un mondo sano, sarebbero anche peculiarità invisibili.

 

...però non accusarmi che io

Ritratto di Music-Band

...però non accusarmi che io stia parlando di menti deboli o coglioni, perché non è di questo che sto parlando...

Ci mancherebbe, non ti accuso proprio di nulla...

...capisco che questo discorso è profondamente difficile da esaminare e sintetizzare...

In effetti si, trovo sia un discorso maledettamente difficile a cause delle numerose sfacettature ma anche per le numerose interpretazioni che si possono dare alle stesse.

...e non credo che offendo nessuno se non mi settorializzo tenendo i concetti di Bernays come cardine del tutto...

No certo, credo che il problema stia proprio nello sposare una tesi piuttosto che un'altra... Facciamo un esempio: Bernays studia i comportamenti umani, scopre delle costanti, comprende che premendo i giusti tasti è in grado di manipolarle, dimostra di poterlo fare. Abbiamo raggiunto una verità univoca su chi o cosa sono gli uomini? Nonostante quello che sembra direi di no.

Per questo credo sia difficile piazzare li una qualsiasi etichetta che renda più facile e comodo avere dei punti di riferimento. Secondo me è il limite che ha sempre afflitto tanto gli evoluzionisti quanto i creazionisti. Tutti ritengono di aver trovato il codice per interpretare/decodificare la vita o la realtà e io continuo ad avere l'impressione che non ci sia un cazzo di uomo passato su questa terra che invece abbia davvero trovato quel codice

 

cortina

Ritratto di Calvero

Music-Band ha scritto:

...però non accusarmi che io stia parlando di menti deboli o coglioni, perché non è di questo che sto parlando...

Ci mancherebbe, non ti accuso proprio di nulla...

 

.... con 'accusa' non intendo nulla di offensivo, è solo riferito all'ostinazione, non so, evidentemente si è creata una cortina e continuiamo a non capirci; chiamala come vuoi, fatto sta che ancora una volta il discorso rimane sospeso; tu avevi sostenuto che io davo degli imbecilli a una parte di mondo, quindi ho approfondito; forse mi ero spiegato male, allora ho cercato di far capire cosa intendevo, però tu hai insistito lo stesso, dando per scontato che fosse quella la mia posizione.

Ho capito perfettamente che non si può essere d'accordo, ma se insisti o lasci scontato un concetto, allora mi hai "accusato" sì (messo bene tra virgolette e senza nessun tono provocatorio) o se preferisci/preferiamo: hai insistito a mettermi addosso un'etichetta senza interessarti alle mie spiegazioni. Che non significa che devi accettarle o condividerle, però discuterle o dire che non vuoi discuterle era ciò che mi aspettavo, ma anche che non è il caso di discuterele o non hai voglia (sacro santo diritto) o quello che vuoi tu... non è un problema. Ma non etichettarle. Altrimenti non c'è neanche bisogno di commentare e contro argomentare, ognuno si canta la sua e che Dio ci abbia in gloria a tutti quanti.

 

Citazione:
In effetti si, trovo sia un discorso maledettamente difficile a cause delle numerose sfacettature ma anche per le numerose interpretazioni che si possono dare alle stesse.

Ci mancherebbe. 

Citazione:
No certo, credo che il problema stia proprio nello sposare una tesi piuttosto che un'altra... Facciamo un esempio: Bernays studia i comportamenti umani, scopre delle costanti, comprende che premendo i giusti tasti è in grado di manipolarle, dimostra di poterlo fare. Abbiamo raggiunto una verità univoca su chi o cosa sono gli uomini? Nonostante quello che sembra direi di no.

Avevo dovuto sottolinearlo, perché mi avevi fatto sposare una tesi che non è la mia; ecco perché ho detto che "non penso di offendere nessuno". 

Comunque metterla nella prospettiva/formula del "Se sia stata raggiunta o meno un'unica verità sugli uomini" ...è un modo deleterio di relativizzare qualsiasi problema. Potremmo vivere anche tutti dentro un sogno per quel che mi riguarda, sia chiaro MUSIC smiley

 

Citazione:

Per questo credo sia difficile piazzare li una qualsiasi etichetta che renda più facile e comodo avere dei punti di riferimento. Secondo me è il limite che ha sempre afflitto tanto gli evoluzionisti quanto i creazionisti. Tutti ritengono di aver trovato il codice per interpretare/decodificare la vita o la realtà e io continuo ad avere l'impressione che non ci sia un cazzo di uomo passato su questa terra che invece abbia davvero trovato quel codice

 

Non si tratta di piazzare etichette, ma di sostenere idee. L'ho fatta la premessa e all'inizio era una battuta la mia, quindi non c'è stata nessuna pretenziosità. Ho detto che mi riferivo a degli studi miei e di altri ... ed eccetera. Comunque. Nell'esempio tra "creazionisti ed evoluzionisti", siamo in un'analogia direi molto lontana e fuorviante da quello che possiamo verificare oggi nello studiare l'uomo. E io ritengo invece che [relativamente molte] verità siano state trovate, eccome; sulla Vita e sul comportamento umano. Che poi, sia chiaro, non sto dicendo che, ad esempio, una questione tipo Bernays sia da mettere da parte, anzi. 

Cordialmente

 

 

...tu avevi sostenuto che io

Ritratto di Music-Band

...tu avevi sostenuto che io davo degli imbecilli a una parte di mondo...

No, non è questo che avevo sostenuto. Evidentemente ci siamo capiti male.

...hai insistito a mettermi addosso un'etichetta senza interessarti alle mie spiegazioni. Che non significa che devi accettarle o condividerle, però discuterle...

Ti chiedo scusa; siccome a questo punto mi sono perso, mi riporteresti gentilmente i passaggi dove hai notato che ti ho affibiato un'etichetta e dove ritieni che non abbia risposto alle tue spiegazioni? Lo chiedo per rimediare e per comprendere quello che mi sfugge.

 

Sedute spiritiche subliminali

Ritratto di Buster Keaton

Il cinema è morto tanto tempo fa. Alcuni dicono che è nato morto. Ma si continua a fare finta che.
Questi film agiscono sul povero substrato subliminale del fan traumatizzato da piccolo come su una persona che non si rassegna alla perdita di qualcuno o qualcosa di importante e si lascia incantare come ultima speranza da una seduta spiritica.
Il segreto è far sì che tutte queste sedute spiritiche non funzionino mai in modo perfetto, altrimenti lo spettatore potrebbe avere il sentore che quel qualcosa o qualcuno non si dimostri in sè poi così importante.

Eccomi

Ritratto di Calvero

Per l'amor di Dio, chiedere scusa? :)  neanche per scherzo, si tratto solo di capirsi. Bada che l'ho detto chiaramente che probabilmente non mi so spiegare, e allo stesso tempo ti ho detto dove trovo l'etichetta che non mi torna, ma è sulla linea generale del discorso, qui ad esempio dove stavi dicendo:

Citazione:
 mostra un pianeta di rincoglioniti, io non riesco ad accettare questo assunto come "realtà" o "unica verità", e nonostante tutte le evidenze del caso come ho detto

... cioè riferendoti alle esternazioni di Pike, e comunque rispondendo a me, hai evidenziato che la realtà dei rincoglioniti era accomunabile a quello che stavo cercando di spiegarti io con i "polli in batteria", un'uscita la mia che non ho calibrato bene, sia chiaro (infatti l'avevo sottolineato) e che poi ho cercato di approfondire, ma senza che ci capissimo; introducendo che ...

Citazione:
Che poi 'questi più' e 'questi meno', non è che siano buoni o cattivi, stupidi o intelligenti, si tratta di una determinata sensibilità nei confronti del sociale che, oltretutto, in un mondo sano, sarebbero anche peculiarità invisibili.

... che magari è tutto sbagliato, ci mancherebbe; solo non è accomunabile a certe posizioni e/o stereotipi a riguardo di un'umanità di coglioni.

Tutto qui :)

eh eh

Ritratto di vitriolum

pazzesco..

il teaser da solo mi ha fatto sorridere (e c'era l'effetto sorpresa)

vedere le reazioni del pubblico mi ha fatto venire la pelle d'oca.. 3 volte

 

ma è qui che si gioca tutta la partita, gli strati della cipolla si aggiungono e si plasmano quando siamo in stato "yin" (duttile, ricettivo ed impressionabile)

per rendere un homo sapiens temporaneamente "yin" torna utile:

> metterlo seduto comodo e rilassato su una bella poltrona

> creare l'aspettativa (predisponendo il soggetto ad assimilare quel che gli verrà motrato)

> indurlo in uno stato simil catatonico (una sorta di leggera trance prodotta tramite atmosfera/suoni/immagini appropriate)

 

serve poi creare lo shock "yang" (un'istruzione rigida, univoca ed impressionante)

> schermo grande ed audio intenso, con bassi pronunciati fino all'inversosimile

> il giusto mix di avventura seguendo lo schema di archetipi cui Calvero ha fatto riferimento

 

l'essere poi in molti ad assistere al film crea una cassa di risonanza empatica fenomenale per la quale il telespettatore reagisce più nei confronti dell'egregora collettiva che per l'effettiva potenza delle imamgini

 

ma questa è la nostra natura, la nostra corteccia prefrontale ci vieta di fare altrimenti (tant'è che anche i primati superiori "soffrono" lo stesso problema) ..quello che è stato per millenni un detonante strumento evolutivo di apprendimento viene oggi sapientemente usato per scopi commerciali

 

siamo gli stessi di 50, 500, 5000 mila anni fa... ne più, ne meno stupidi

 

siamo ancora estremamente dipendenti dalle nostre endorfine, e ci alletta tutto ciò che ne stimola il rilascio. Neurobiochemestry rules!

 

ci vediamo a Natale nelle sale cinematofraciche!

 

 

 

 

Né più né meno

Ritratto di Calvero

vitriolum ha scritto:

pazzesco..

il teaser da solo mi ha fatto sorridere (e c'era l'effetto sorpresa)

vedere le reazioni del pubblico mi ha fatto venire la pelle d'oca.. 3 volte

 

ma è qui che si gioca tutta la partita, gli strati della cipolla si aggiungono e si plasmano quando siamo in stato "yin" (duttile, ricettivo ed impressionabile)

per rendere un homo sapiens temporaneamente "yin" torna utile:

> metterlo seduto comodo e rilassato su una bella poltrona

> creare l'aspettativa (predisponendo il soggetto ad assimilare quel che gli verrà motrato)

> indurlo in uno stato simil catatonico (una sorta di leggera trance prodotta tramite atmosfera/suoni/immagini appropriate)

 

serve poi creare lo shock "yang" (un'istruzione rigida, univoca ed impressionante)

> schermo grande ed audio intenso, con bassi pronunciati fino all'inversosimile

> il giusto mix di avventura seguendo lo schema di archetipi cui Calvero ha fatto riferimento

 

l'essere poi in molti ad assistere al film crea una cassa di risonanza empatica fenomenale per la quale il telespettatore reagisce più nei confronti dell'egregora collettiva che per l'effettiva potenza delle imamgini

 

ma questa è la nostra natura, la nostra corteccia prefrontale ci vieta di fare altrimenti (tant'è che anche i primati superiori "soffrono" lo stesso problema) ..quello che è stato per millenni un detonante strumento evolutivo di apprendimento viene oggi sapientemente usato per scopi commerciali

 

siamo gli stessi di 50, 500, 5000 mila anni fa... ne più, ne meno stupidi

 

siamo ancora estremamente dipendenti dalle nostre endorfine, e ci alletta tutto ciò che ne stimola il rilascio. Neurobiochemestry rules!

 

ci vediamo a Natale nelle sale cinematofraciche!

 

Già. Sintesi perfetta. Fine della storia (tristesssss) 

Per me non si tratta di

Ritratto di Punto

Per me non si tratta di coglioni né di rincitrulliti, non saprei come dirlo diversamente, come devo dirlo? Ritengo sia una cosa al di là del bene e del male e, senza nessuna offesa per molti studi (ognuno si profonde nei suoi, ed è per questo che è sensato incrociarne le tematiche), riguarda il fatto che 'i più' abbiano bisogno di sentirsi in batteria, di appartenere a qualcosa che possa farli sentire sotto una bandiera; ma no una bandiera politica né ideologica, ma di appartenenza sociale. Ritengo altresì che vi sia un mondo 'dei meno' a cui congenitamente non interessi sentirsi parte di un certo mondo. Ora, capisco che questo discorso è profondamente difficile da esaminare e sintetizzare, però non accusarmi che io stia parlando di menti deboli o coglioni, perché non è di questo che sto parlando. Questo è quello a cui io sono giunto dopo i miei studi e non credo che offendo nessuno se non mi settorializzo tenendo i concetti di Bernays come cardine del tutto.

Che poi 'questi più' e 'questi meno', non è che siano buoni o cattivi, stupidi o intelligenti, si tratta di una determinata sensibilità nei confronti del sociale che, oltretutto, in un mondo sano, sarebbero anche peculiarità invisibili.

 

Calvero, a tal proposito (il bisogno della batteria, che do per assodat, alla luce di alcuni riscontri che magari evito di raccontare per non tediare), mi sono fatto una certa idea. Ovvero: per come la vedo io il motore unico dell'agire umano (e forse non solo ma non divago) è il piacere (in un senso molto ampio), questo io lo definisto L'istinto, il senso stesso della vita, ma come possiamo osservare in tutta la natura, l'espansione, il piacere, il caos, la vita (sinonimi in qualche modo) ha un controaltare che ne determina la finitezza, il limite, un ordine necessari ad inquadrare il tutto in un loop ciclico ed infinito,cit. niente si crea e niente si distrugge ma tutto si trasforma. Tornando a noi, il controaltare, del piacere è la paura, necessaria a preservare, a dare l'equilibrio ed il freno al piacere che porterebbe a bruciare tutto.

Ed è quì che entra in gioco il bisogno della batteria, non ho approfondito e non so se ne sarei capace di dire se sia stata una soluzione indotta o spontanea, ma dal mio punto di vista, la batteria è vista come un mezzo di protezione. Che poi fa il paio al concetto di branco.

Poi ci sono soggetti nei quali la forza vitale è più forte rispetto alla paura per i più svariati motivi, e questo porta loro a scegliere un percorso differente, ad abbraciare più il caos ed ad uscire dalla batteria.

E credo che il processo dei fautori dell'ordine verta proprio su questo tipo di consapevolezza. Per ampliare lo spazio vitale di alcuni attori si necessita di ridurne quello di altri, agendo sul freno naturale (la paura) è possibile indurre il prsossimo ad un auto riduzione della propria vitalità.

Non e' il mestiere che si e' affinato: sono i coglioni che si sono moltiplicati e posseggono la Terra.  L'incubo peggiore della Fantascienza Distropica.

Pike Bishop, sebbene ovviamente dando per assodata l'agenda e che pare proceda abbastanza egregiamente verso i propri scopi, e questo stando alla mia teoria precedente significa un aumento dei suddetti polli in batteria, c'è da considerare anche che se prima il cinema, o prima ancora la lettura, o il teatro, lo spettacolo televisivo, era rivolto ad una platea più ristretta non fosse altro per la possibilità economica di poter entrare in contatto con questi mezzi e di conseguenza andrebbe preso in considerazione il ceto e la "cultura" di costoro, oggi il cinema, così come la tv, i libri, sono rivolti praticamente a tutti, sono ultra popolari anzi qualcuno anche post popolare, per cui ha un linguaggio che parla al popolo e che il popolo sa interpretare e vuole parlare. Dopotutto il popolo parlava e parla il volgare non certo il latino.

 

 

Non e' questione di accesso alla cultura

Ritratto di Pike Bishop

Prima di questo programma di addomesticamento, la gente curava i propri interessi prima di tutto.  Cio' non poteva essere tollerato, cosi' i padroni spinsero l'accelleratore sulle cazzate e la gente si rincoglioni' progressivamente insegnando ai propri figli che essere coglioni e' normale, anzi, doveroso.  Ma non e' sempre stato cosi', e per un breve periodo i padroni sono stati veramente preoccupati.  Ora, per loro, va molto meglio, anzi, meglio che mai.

IMMAGINA SE OGNUNO FOSSE COSI' APPASSIONATO A COSE CHE ABBIANO UN SENSO, dice la diascalia.  Beh, era la normalita', fino a non troppo tempo fa...

Se poi ci aspetta

Ritratto di Music-Band

Se poi ci aspetta un'ulteriore trombata nell'aldilà... I padroni hanno fatto cappotto...

http://www.carloscastaneda.it/Voladores.htm

http://www.carloscastaneda.it/Los-Voladores-2.htm

IMMAGINA SE OGNUNO FOSSE

Ritratto di Punto

IMMAGINA SE OGNUNO FOSSE COSI' APPASSIONATO A COSE CHE ABBIANO UN SENSO, dice la diascalia.  Beh, era la normalita', fino a non troppo tempo fa...

Come ho detto in un mio primo intervento su questo splendido portale, ho purtroppo o per fortuna una giovane età, e quindi la normalità di qualche tempo fa non la conosco, certo da ragazzo di questo tempo mi risulta alquanto difficile immaginare quel tipo di passato.

Anche se, non posso che constatare già con una generazione di scarto il notevole mutamento. E sono interessanti le parole presenti nel link postato da Music-band, vi è un indubbio spostamento dell'interesse dei singoli verso la vita sociale, una sempre più identificazione che va dall'soggettivo alla massa, alla batteria. 

L'essere appassionato per dei cit.: cretini che corrono in mutande dando calci ad un pallone (premesso che una bella partita di calcio o di basket di tanto in tanto la guardo anche io, ma mi interessa il gesto tecnico) nel contesto di vita sociale è molto più appangate della passione per l'orto. In quanto il tifo da un identità ed un approvazione di massa, di batteria.